Sta arrivando sul mercato la seconda ondata di mele fresche sudafricane, dopo l’apertura di stagione nella provincia del Limpopo, dove si coltivano varietà a basso fabbisogno di freddo, con una presenza, quest'anno, maggiore sul mercato, rispetto alle stagioni precedenti.
A Mpumalanga e nel Free State orientale, la raccolta delle Royal Gala è cominciata prima, quest'anno, adattandosi bene al prodotto.
"Abbiamo assistito a una forte domanda sul mercato locale di Royal Gala fresche, anche se ci sono ancora scorte che risalgono alla scorsa stagione: Top Red, Golden, Cripps Red", afferma Hein Punt della Maluti Fruit di Bethlehem, nel Free State.
"I primi volumi non erano molto abbondanti, ma le temperature serali più fresche hanno favorito lo sviluppo del colore dei frutti". In alcuni frutteti, le mele Pink Lady, sull'albero per almeno altre sette settimane, mostrano già una faccetta rosa.
In queste aree, i melicoltori stanno terminando la raccolta della Royal Gala, per passare alla Top Red. I volumi sono inferiori rispetto a quelli attesi, a causa del caldo secco d’inizio estate. La pioggia battente è arrivata solo a dicembre.
Le mele di questa zona del Paese non vengono conservate per mesi nelle celle ad atmosfera controllata, come invece avviene a quelle del Capo, ma vengono confezionate e subito spedite ai mercati, in attesa del nuovo raccolto.
Forte domanda da Bangladesh e Malesia
Al momento, la Royal Gala proveniente dal Sud-est del Sudafrica viene esportata in Medio Oriente, Bangladesh e Malesia, mentre non ci sono state molte richieste da altre parti dell'Africa, a causa della presenza di mele italiane e francesi. Le esportazioni in Africa inizieranno con le varietà rosse di mezza stagione e le Golden.
A livello locale, osserva Ryk Pretorius della Hi-veld Fruit Packers a Ermelo, al momento c'è un’interessante situazione per cui le mele stanno ottenendo prezzi più alti sui mercati municipali, rispetto ai supermercati. I prezzi sul mercato interno sono stati sufficientemente remunerativi da impedire ad alcuni coltivatori di mele di iniziare la stagione delle esportazioni.
Ciò nonostante, quando il Capo inizierà la raccolta delle mele, il prezzo comincerà la normale tendenza al ribasso che riflette una maggiore offerta: tale ribasso, in alcuni anni, è arrivato fino a un crollo del 25% sui prezzi di apertura di stagione, per poi stabilizzarsi durante l'alta stagione delle mele.
I supermercati hanno già informato di una riduzione di oltre il 10% del prezzo delle mele, a partire dalla prossima settimana, ma a quel punto queste aree settentrionali saranno passate alle mele rosse, mentre il Capo fornirà ancora Panorama Golden (una mela verde) e Royal Gala.
In questo modo, l'area di coltivazione precoce ha una finestra di circa due settimane di anticipo rispetto al Capo, prima con le mele rosse, poi con le Fuji e poi, a marzo, con le Pink Lady. "Da una di queste categorie è possibile ottenere un sovrapprezzo, anche se ovviamente diminuisce con il progredire della stagione delle mele", afferma Ryk.
Imballatrice presso la Maluti Fruit (foto fornita)
Crescita delle mele negli ultimi anni
Mentre in altre parti del Paese non c'è molta crescita per le mele rosse, come la Top Red, in quest'area vanno bene e, insieme alla Sundowner (Cripps Red), un'altra varietà ben performante, registrano la crescita maggiore degli ultimi tre anni, dopo un periodo di omeostasi. L'obiettivo è allungare in particolare la stagione delle mele rosse, anticipando quella del Capo.
Top Red e Sundowner hanno l'ulteriore vantaggio di una resa superiore rispetto, per esempio, alla Royal Gala, in modo che anche se il sovrapprezzo diminuisce con l'aumentare della concorrenza della nuova stagione del Capo, compensano i volumi.
Vengono anche piantate nuove varietà, in particolare due nuove varietà Gala di provenienza sudafricana, la Big Buck (commercializzata come Flash Gala) e la Bingo, nonché alcune nuove varietà Pink Lady come Rosy Glow e Lady in Red.
I costi di impianto sono proibitivi - circa 500.000 rand (oltre 30.000 euro) per ettaro - e i margini di profitto sono sotto pressione. Queste aree stanno subendo interruzioni di corrente di fase 2, ovvero interruzioni di due ore alla volta fino a due volte al giorno, aumentando i costi energetici aggiuntivi e riducendo la produttività negli impianti di confezionamento.