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Confronto kaki Italia-Spagna: la mission e' quella di avere un prodotto interessante per fine gennaio

Mentre in Spagna si estirpano gli impianti di kaki, a causa di un'annata alquanto disastrosa (cfr. FreshPlaza del 13/01/2020), in Italia le cose sembrano andare diversamente. Per avere una visione più aggiornata sulla situazione produttiva e commerciale dei kaki tricolore, abbiamo chiesto un parere a Vito Vitelli, agronomo e ideatore del circuito Melotto®.

"Pur essendoci questa crisi europea, l'Italia provvede a distribuire il reddito su tutta la filiera e non esclusivamente sugli ultimi attori, impegnati solitamente nella lavorazione e spedizione della merce. Infatti, quest'anno i kaki italiani sono stati pagati molto bene, ai produttori. Si sono avute quotazioni anche di 0,46-0,50 €/kg, proprio perché il centro di lavorazione, meno aggressivo e meno potente di quello spagnolo, ha voluto scommettere sulla merce italiana. Il nostro prodotto è sicuramente più apprezzato rispetto a quello estero, non solo perché la qualità e il sapore sono migliori, ma anche per una maggiore cura nella detanizzazione".

"Il problema della Spagna non è tanto la superproduzione, piuttosto è la politica aggressiva messa in atto dalla Grande Distribuzione. Il prodotto lavorato spagnolo arriva sui mercati europei con prezzi di vendita intorno ai 0,70 €/kg, quotazioni molto basse che vanno esclusivamente a discapito degli agricoltori. E' chiaro che l'Italia risente di questa importante presenza commerciale. La situazione spagnola, però, potrebbe anche essere un vantaggio per il nostro Paese. Ora si tenderà, come già succede, ad autoregolarizzarsi nella produzione; per l'Italia, sarà il momento ideale per incrementare le vendite e farsi conoscere anche all'estero".

"Attualmente – continua Vitelli - le vendite sono nella norma. La mission è quella di avere un prodotto interessante per fine gennaio/inizio febbraio, e quindi capire se il mercato risponde, il tutto attraverso tecniche di posticipo della raccolta e di frigoconservazione che abbiamo preso in prestito dall'esperienza della produzione melicola e implementato nell'attuala campagna". 

"Dobbiamo favorire il consumo del prodotto italiano: acquisto italiano per proteggere le produzioni nazionali, affinché tutto l'indotto possa funzionare, senza l'applicazione di dazi e blocchi alla frontiere. Con qualche centesimo in più, possiamo non solo salvare le nostre produzioni, ma anche mangiare prodotti sicuramente più sani e più controllati".