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Il commento di Giacomo Suglia, presidente Apeo

Ortofrutta: aumenta l'export, ma il valore diminuisce

"Aumentano le esportazioni dei prodotti ortofrutticoli italiani (+4,7%), ma, nello stesso tempo, il loro valore scende (-7,5%). Con parole più semplici, questo significa che esportiamo di più, ma a prezzi più bassi. Viviamo infatti in un periodo in cui la concorrenza europea si fa sentire molto. Per una serie di fattori che già conosciamo, la merce estera costa meno rispetto alla nostra, trovando così, nella maggior parte dei casi, il consenso dei consumatori per i quali la provenienza del prodotto è relativa". A spiegarlo è Giacomo Suglia, presidente Apeo, l'associazione produttori ed esportatori ortofrutticoli pugliesi, il quale aggiunge: "Vista la presenza massiccia dei prodotti esteri, l'Italia, pur di competere con altri Stati, è costretta a diminuire il prezzo di vendita, altrimenti si ritroverebbe fuori dai circuiti del mercato. I prodotti ortofrutticoli maggiormente esportati sono: uva da tavola, pere, mele, ortaggi e agrumi".

Clicca qui per visualizzare i dati sull'export/import.

"Nonostante il nostro Paese sia il primo Stato membro con il più elevato numero di marchi di protezione e valorizzazione, oltre al più restrittivo dal punto di vista legislativo per l'uso dei fitofarmaci, l'Italia è anche quel Paese con i costi energetici, fiscali e previdenziali tra i più alti d'Europa, per non parlare poi del prezzo del gasolio e di quanto questo possa influire sul consumatore finale e quindi sull'acquisto vero e proprio del prodotto italiano".

"La professionalità e l'impegno di ogni produttore non basta più, occorre un progetto agroalimentare importante, messo in atto direttamente dal Governo, quest'ultimo distratto e non curante del settore primario che per l'Italia vale più di 100 milioni di euro, e che sarebbe capace di contribuire alla crescita dell'economia nazionale".

"Non chiediamo soldi – continua Suglia - ma almeno che si realizzasse una campagna di comunicazione efficace, al fine di sensibilizzare il consumatore verso il made in Italy e invogliarlo ad acquistare prodotti italiani, questi ultimi da sempre ritenuti sinonimo di qualità, salubrità e sapore. Il 2019 è stato un anno difficile: nonostante le avversità climatiche, si è riusciti a portare sui mercati prodotti di grande qualità, grazie soprattutto alla professionalità e dedizione di tutti gli agricoltori italiani. Purtroppo, però, tutti i sacrifici fatti non hanno trovato una consolazione nei prezzi di vendita".