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Intervista a Salvatore Consoli

Le sfide dell'uva da tavola italiana

L'azienda CO.RA Srl di Mazzarrone (CT) è situata in uno dei territori più interessanti per la produzione di uva da tavola in Italia, con i suoi circa 12.000 ettari totali. Abbiamo intervistato l'amministratore Salvatore Consoli.

Salvatore Consoli

Come descriverebbe l'attuale mercato internazionale dell'uva da tavola?
"L'anno scorso il cracking (spaccatura degli acini a causa di un eccesso di umidità, NdR), quest'anno la crisi commerciale. Non sono stati dei buoni momenti, per il nostro settore, ma i problemi non cominciano certamente da qui. Prima dell'arrivo dell'uva da tavola dall'Egitto, in particolare, potevamo sfruttare la finestra commerciale che va da fine maggio ai primi di luglio per recuperare eventuali strappi alla campagna precedente: una cinquantina di giorni in cui lavoravamo in regime di quasi monopolio nell'area del Mediterraneo. Adesso le cose sono cambiate e la concorrenza è tanta; possiamo solo distinguerci in termini di valore intrinseco del nostro prodotto, fatto di territorio, sostenibilità e know how che si ritrovano in ogni singolo acino, cioè un bagaglio culturale che rispecchia la migliore tradizione contadina italiana".

Per crescere bisogna valutare certamente nuove opportunità ad esempio nuovi canali di vendita, nuovi aree di mercati, nuove tecnologie e opportunità di crescere. Che ne pensa?
"Si consolidano i mercati che ogni anno raggiungiamo e, ovviamente, se ne aggiungono anche di nuovi. Il centro e nord Europa sono le nostre principali destinazioni da anni e, più di recente, siamo approdati nel Nord America. Evadiamo regolarmente gli ordini verso i mercati oltreoceano, mentre aumentano quelli provenienti dal Medio Oriente, dove siamo molto richiesti dalla clientela di fascia alta".

"Andare sulla clientela di un certo livello significa smarcarci dalle logiche della guerra sui centesimi, offrendo un prodotti di valore come solo noi siamo capaci di fare. In questo senso, siamo reduci da una missione negli E.A.U. dove abbiamo aperto un proficuo rapporto con uno dei maggiori importatori dell'agroalimentare di quella macro regione".

"Del resto, ormai tutti coltivano uva da tavola, non solo nel bacino del Mediterraneo, e dobbiamo fare i conti anche con un prodotto che arriva dal Sud America, Cile in testa, ma anche dall'Australia per quanto attiene i mercato del lontano oriente. Aver perduto il mercato russo a seguito dell'embargo (2014) ha costituito un brutto colpo per tutta l'ortofrutta italiana e noi siamo tra i soggetti maggiormente penalizzati".

Qual è la sfida per i prossimi anni?
"La chiave di tutto è la nostra qualità. Ed è solo in essa che sta la nostra opportunità di crescita. Almeno in questo siamo favoriti dalle nostre condizioni pedoclimatiche uniche ma, per migliorare, dobbiamo fare affidamento sulla ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica in collaborazione con Università ed enti di ricerca. La sfida per i prossimi anni, infatti, sarà quella di riuscire a far fronte ai cambiamenti climatici, ma anche di informare al meglio i consumatori circa i nostri alti standard produttivi. La qualità va comunicata, altrimenti i prodotti meno interessanti ci assorbiranno nel piattume generale. Dobbiamo essere bravi a dire che le nostre uve sono molto buone, sane e sostenibili dal punto di vista ambientale ed etico. Ma anche altri elementi sono importanti, come l'innovazione varietale e la sostenibilità: da noi in Italia, ad esempio, la tutela dell'ambiente e la sicurezza alimentare non sono mai un optional !".

Contatti:
Gruppo CO.RA 
C.da Sciri Sotto
95040 Mazzarrone (CT) - Italy
Tel.1: +39 3316769382
Tel.2: +39 3316750611
Email: info@corasrl.net
Web: www.corasrl.net