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Focus sul mercato mondiale dell'aglio

Nell'ultimo periodo i prezzi dell'aglio cinese sono stati molto variabili. Al momento sono elevati e si avverte anche sul mercato europeo. La cosa che sorprende è che l'aglio coltivato in Europa guadagna sempre più terreno in molti mercati europei perché i consumatori sono in cerca di alternative ecologiche all'aglio cinese. Negli Stati Uniti, le importazioni dalla Cina hanno subito un notevole colpo a causa dell'aumento delle tariffe d'importazione e ciò sta andando a favore del prodotto nazionale. Messico e Perù sono soddisfatti della stagione.

Paesi Bassi: in Cina l'aglio ha un prezzo più alto di quanto riusciamo a ottenere noi qui
Nei Paesi Bassi le vendite di aglio procedono in maniera stabile. Nel Paese arrivano volumi ragionevolmente stabili come conseguenza del sistema di licenza, ma le quotazioni elevate in Cina hanno comunque un effetto sul mercato. Gli importatori sostengono che in Cina l'aglio è costoso rispetto al prezzo che possiamo ottenere qui. Secondo loro si tratta di pura speculazione perché i magazzini dovrebbero essere pieni. Il prezzo di vendita dell'aglio al momento varia tra 18 e 23 euro. Il periodo tra inizio novembre e metà dicembre è tradizionalmente impegnativo per le vendite di aglio e spesso questa situazione si ripresenta anche a metà gennaio.

Germania: atteso un piccolo picco nelle vendite e un inizio anticipato della stagione egiziana
Gli importatori tedeschi di aglio sono molto soddisfatti delle vendite attuali. Un importatore specializzato aggiunge: "Nel periodo fino a Natale è previsto un piccolo picco nelle vendite". A causa della grande flessione produttiva, il prezzo sta aumentando notevolmente e si prevede di dovere passare prima del normale al prodotto egiziano.

Il prodotto spagnolo dovrebbe essere esportato in Germania fino a maggio o giugno, dopodiché si passerà immediatamente al nuovo raccolto. Anche in questo caso si registra un notevole calo di produzione e un altrettanto notevole aumento dei prezzi medi all'ingrosso.

Oltre alle suddette nazioni fornitrici, la Cina resta uno dei principali player sul mercato globale dell'aglio. "A causa della crescente domanda di alternative regionali ecologiche, il prodotto europeo sta guadagnando terreno a spese di quello cinese. Per queste ragioni si nota sempre di più la presenza dell'aglio di produzione tedesca –continua un commerciante – Basandomi sulla qualità eccellente del prodotto e sul supporto del consumatore, mi aspetto anche che nei prossimi anni si verificherà una crescita graduale in questo segmento di prodotto".

Francia: volumi disponibili fino a marzo compreso
Sul mercato interno francese continua a esserci aglio a disposizione. Alcuni fornitori potranno offrirlo fino a marzo compreso. Come in altri Paesi europei, la Francia sta riscontrando dei problemi di qualità. La domanda è buona e ciò è dovuto soprattutto al fatto che supermercati e grossisti stanno ponendo l'accento sempre di più sull'aglio francese e fino a che ci saranno scorte disponibili continueranno ad acquistare questo aglio. La semina del nuovo aglio ha subito un po' di ritardo a causa delle costanti piogge di novembre. Alcuni coltivatori stanno ancora seminando.

Spagna: stagione migliore dell'anno scorso
La raccolta dell'aglio spagnolo è terminata alla fine di agosto. In totale si sono raccolte 280mila tonnellate. La superficie coltivata è diminuita del 20% rispetto all'anno scorso. Ciò si è potuto notare soprattutto nella regione di Castiglia-La Mancha, dove si coltiva la maggior parte dell'aglio spagnolo.

Molti coltivatori hanno smesso di produrre aglio dopo la drammatica stagione del 2018. Questa campagna è caratterizzata da prezzi estremamente bassi e da problemi di qualità. Le piogge a maggio 2018 hanno avuto un notevole impatto sulla qualità del raccolto precoce dell'Andalusia e sull'aglio viola di Castiglia-La Mancha raccolto a giugno. Quest'anno la qualità è migliore perché durante il periodo di raccolta non è piovuto.

I prezzi elevati dell'aglio cinese e la qualità migliore di quello spagnolo hanno portato a una situazione più soddisfacente sul mercato, con prezzi accettabili, sebbene questi non siano ancora proporzionati alla buona qualità. Gli esportatori spagnoli non capiscono perché l'aglio domestico abbia prezzi più bassi in Europa rispetto a quello proveniente da Argentina o Cina.

"Sembra impossibile un aumento delle quotazioni. Ciò è dovuto a due ragioni: da un lato molti coltivatori hanno avuto fretta di vendere il loro aglio, vista la brutta esperienza dell'anno scorso; dall'altro i grandi distributori hanno un forte potere contrattuale. La fornitura di aglio spagnolo è molto diffusa. La frammentazione dell'offerta, in combinazione con l'arrivo di nuovi e inesperti coltivatori, ha reso difficile un aumento dei prezzi", dichiara un portavoce di un'associazione di aglio.

All'inizio di quest'anno al Brasile è stato impedito di mantenere tariffe d'importazione più alte per l'aglio spagnolo e di altri Paesi europei. Di conseguenza, il Brasile continua a essere il principale mercato di vendita della Spagna al di fuori dell'Europa. Le esportazioni di aglio spagnole sono aumentate del 10% grazie a nuovi mercati d'oltremare come Canada e Stati Uniti. Si prevede che le scorte del 2019 termineranno prima che il nuovo raccolto 2020 arrivi sul mercato.

In Andalusia e a Castiglia-La Mancha l'aglio primaverile bianco e viola è già in fase di semina e si continuerà fino a febbraio. I prezzi per affittare i terreni sono molto elevati. Ciò ritarda l'ampliamento della superficie coltivata, che per l'anno prossimo dovrebbe restare stabile.

Italia: raccolto piccolo e prezzi elevati
Quest'anno l'aglio italiano è poco e i prezzi sono più alti rispetto al 2018. In Italia le principali zone di produzione si trovano in Emilia Romagna, Veneto, Campania, Sicilia e Abruzzo.

"I prezzi dell'aglio sono più alti di circa il 20% rispetto all'anno scorso. La Spagna è un grande player sul mercato italiano. Nel complesso la qualità e le quantità sono soddisfacenti e non differiscono particolarmente dagli anni scorsi. Il prezzo medio sul mercato all'ingrosso è di circa 2,30 euro/kg – dichiara un commerciante abruzzese – ma varia in base alla varietà. Uno sviluppo interessante riguarda le innovazioni sostenibili in termini di imballaggi".

Un agronomo della Basilicata parla di un calo di produzione del 15%. "Ciò è dovuto ai problemi climatici con cui abbiamo avuto a che fare durante la primavera".

Secondo un altro commerciante le prospettive per l'Europa non sono positive. "Il mercato europeo è depresso. La domanda è bassa, ci sono diverse nazioni sul mercato e nei magazzini ci sono molte scorte. Speriamo in una ripresa in modo da terminare le scorte prima che, a maggio o giugno, sul mercato arrivi il nuovo raccolto".

Ucraina: volumi in costante aumento
In Ucraina la superficie coltivata ad aglio aumenta ogni anno. "La stagione è breve dato che il prodotto è sul mercato da agosto a novembre. Da ottobre a luglio nei negozi si trova principalmente l'aglio cinese. Ciò è dovuto principalmente a una carenza di impianti di stoccaggio adeguati nel nostro Paese", dichiara un esportatore.

Secondo l'esportatore l'aglio ucraino ha molto potenziale. "Ha un sapore deciso e spicchi grandi (4-6 spicchi per testa)". I maggiori mercati di vendita per l'Ucraina sono gli Stati Baltici e la Bielorussia. Piccole quantità vengono vendute anche in Polonia, Germania e Gran Bretagna.

E' stata una stagione difficile per gli ucraini perché il calibro dell'aglio è stato piccolo. Alcune società hanno scorto delle opportunità perché l'aglio di piccole dimensioni si presta bene alla trasformazione industriale.

Cina: prezzi fluttuanti
A partire da giugno di quest'anno, la Cina ha immesso il nuovo raccolto di aglio sul mercato. Negli ultimi mesi, il prezzo dell'aglio è variato molto. All'inizio della stagione la quotazione era molto elevata, ma dopo è diminuita di nuovo; a ottobre è stato registrato nuovamente un prezzo elevato. Si prevede che diminuirà ancora nei prossimi mesi visto che sul mercato arriverà un'offerta maggiore. Tuttavia, al momento il prezzo risulta notevolmente più elevato rispetto all'anno scorso.

Durante il Natale e il Capodanno cinese la stagione dell'aglio cinese è al suo picco. La domanda è ampia al momento e ciò promuove anche il prezzo. Siccome sul mercato latinoamericano c'è di nuovo un'offerta di aglio maggiore, le aziende cinesi si concentrano maggiormente sui mercati di Europa, Asia e Africa, oltre a vendere in Medio Oriente.

Messico: buona stagione con buoni prezzi
L'aglio viene coltivato in tutto il Messico. Il periodo di raccolta varia in base alla regione. La stagione complessiva si dipana da marzo fino a luglio e le varietà principali sono l'aglio viola, l'aglio bianco, l'aglio viola cinese e l'aglio precoce California. Le condizioni meteorologiche sono state buone quest'anno e la raccolta è cominciata in orario. Rispetto agli anni scorsi la stagione messicana è andata molto bene, con prezzi buoni sia sul mercato interno che su quello d'esportazione. Ciò perché i mercati non erano saturi.

La qualità è stata migliore del solito e i volumi più elevati. La resa è stata definita nella media, con 14 tonnellate per ettaro. In tutto il Messico si coltivano all'incirca 6.500 ettari di aglio. Lo stato di Zacatecas fornisce i volumi maggiori con una zona di produzione di 3.000 ettari coltivata con aglio viola cinese. I maggiori competitor per il Messico sono Cina, Spagna e Stati Uniti.

Perù: carenza di calibri grandi e opportunità negli Stati Uniti
La stagione peruviana dell'aglio va da ottobre a gennaio. Quest'anno la raccolta è cominciata secondo le previsioni ed è andata bene. La maggior parte dell'aglio viene raccolta a novembre. Per quanto riguarda i volumi, un commerciante riporta che la stagione è stata normale, ma i calibri quest'anno sono stati molto più piccoli del solito. "C'è una carenza di prodotto di grande calibro. I mercati come Australia e New York richiedono un prodotto di grandi dimensioni ed è difficile soddisfare questa domanda. Non sembrano esserci ragioni specifiche per questa riduzione nei calibri. Forse le sementi erano meno buone rispetto agli anni precedenti. Non dipende dalle condizioni meteorologiche, che invece quest'anno sono state buone".

A causa delle elevate tariffe d'importazione applicate all'aglio cinese sembra che ora gli Stati Uniti siano più aperti verso altri fornitori. "L'export verso gli States è in aumento, ma non si tratta di numeri esagerati per il Perù. Il mercato americano richiede soprattutto aglio bianco e questo arriva principalmente da Cina, Argentina e Spagna. Nazioni come Perù, Egitto e Messico forniscono principalmente aglio viola, che però negli Stati Uniti non si invia molto".

Stati Uniti: le tariffe d'importazione per l'aglio cinese hanno una grande influenza
Dopo l'aumento delle tariffe d'importazione dell'aglio cinese dal 10% al 25% a maggio scorso, la situazione sul mercato dell'aglio nordamericano è cambiata. La domanda di prodotto californiano è enorme. "Ogni settimana la richiesta aumenta tra il 10% e il 20% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso – dichiara un commerciante – La domanda ha cominciato ad aumentare da luglio. Inizialmente si trattava del 4-6% in più rispetto all'anno scorso, ma a settembre e ottobre la percentuale è aumentata rapidamente". Si prevede che il mercato continuerà a essere carente anche all'inizio del 2020. Negli Stati Uniti l'aglio biologico è sempre più richiesto.

L'Argentina ha appena cominciato con le spedizioni di aglio verso gli Stati Uniti. Si dice che il raccolto sia più basso del 30% rispetto all'anno scorso. Inoltre, la Spagna sta spedendo l'aglio in stock. Ci si chiede ancora se il Paese potrà continuare a fornire aglio fino a maggio 2020, quando arriverà il nuovo raccolto. I commercianti lo sperano vivamente, perché la California non ha volumi sufficienti per rifornire di aglio l'intera nazione. Anche Perù e Cile esportano piccoli volumi negli Stati Uniti.

Nonostante le tariffe d'importazione più elevate, i volumi di aglio cinese in arrivo sul mercato statunitense sono in aumento. Per il Capodanno cinese i cinesi spediscono grandi quantità di aglio. Nel 2020 il Capodanno cinese cadrà il 25 gennaio.

A causa della domanda elevata di aglio i prezzi sono buoni. Un commerciante si aspetta che nel prossimo trimestre aumenteranno ulteriormente. Per l'aglio fresco d'importazione i prezzi variano tra 40 e 50 dollari.

Australia: netto aumento nella produzione
L'Australia è solo un piccolo produttore di aglio. Nell'annata con termine a giugno 2018 il Paese ha raggiunto 2.246 tonnellate di prodotto, per un valore di 15,6 milioni di dollari. Il 90% della resa è stata venduta sul mercato del fresco. Il 5% è stato destinato all'industria e il restante 5% è stato esportato. La produzione australiana di aglio è in aumento. Il volume, infatti, risulta essere il 26% più alto rispetto all'anno prima.

Nello stesso anno, l'Australia ha importato 12.224 ton di aglio, principalmente da Cina e Spagna. La nazione ne ha esportato solo 118 ton. L'Australia fornisce cinque varietà diverse prodotte in due zone di produzione, ovvero la Lockyer Valley nel Queensland e Sunraysia a Victoria.