Poca disponibilità di aglio italiano e prezzi più alti rispetto al 2018. E' questa la panoramica che si evince dopo un'intervista a un'azienda agricola della Basilicata che produce e vende aglio in tutto il territorio nazionale.
"Per quanto ci riguarda, registriamo una riduzione della produzione di circa il 15%, a causa delle problematiche climatiche registratesi durante il periodo primaverile. Abbiamo avuto, infatti, un maggio particolarmente piovoso e freddo, una situazione che ha ritardato l'epoca di maturazione del bulbo, facendo così posticipare la raccolta di 15-20 giorni", spiega Francesco Azzurretti, tecnico di campo di Aroma Terrae.
"A mancare è stato proprio quel passaggio graduale della temperatura che permetteva l'ingiallimento e il disseccamento progressivo delle foglie e quindi la tipica maturazione del prodotto. Si è passati da un freddo anomalo di maggio al caldo eccessivo a partire dalla seconda settimana di giugno. Le precipitazioni hanno portato un rigonfiamento dei bulbi, ma la percentuale di scarto è sicuramente superiore agli anni scorsi. Si contano, infatti, ridotte quantità, con calibri inferiori a 45-50 mm".
"Abbiamo già preparato i terreni ed effettuato la semina da oltre un mese, approfittando, rispetto agli altri anni, di un ottobre mite e secco, in modo da agevolare le lavorazioni di preparazione del suolo e facilitare la crescita delle nuove piantine. In altre aree di produzione, sono ancora in atto le operazioni di deposito dei bulbilli, operazioni, queste, che continueranno fino al mese di gennaio".
"L'aglio viene coltivato in molti Paesi del mondo, mentre in Europa i principali Stati membri produttori sono: Spagna, Francia. Qui, invece, Emilia-Romagna, Veneto, Campania, Sicilia e Abruzzo sono le principali regioni produttrici nazionali".
"Facciamo tanto per promuovere il prodotto italiano, ma nella maggior parte dei casi bisogna scontrarsi con il fattore prezzo. Questo, per il consumatore, è un fattore decisionale che incide più degli altri, come, ad esempio, luogo d'origine o territorialità del prodotto".