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La castanicoltura italiana al Parlamento europeo

Il castagno specie strategica per l’Europa nella prossima PAC

"A causa del cambiamento climatico e dell'abbandono dei territori montani, le previsioni da oggi al 2035 sono molto preoccupanti: si stima che la produzione europea di castagne scenderà sotto le 60.000 tonnellate e questo comporterà mutamenti importanti in relazione agli aspetti economici, paesaggistici ed ambientali".

E' quanto sottolinea Luciano Trentini del Centro Studi e Documentazione sul Castagno il quale, insieme a prof. Gabriele Beccaro del Centro Regionale di Castanicoltura del Piemonte, Roberto Mazzei delle Regione Campania e Renzo Panzacchi dell’Associazione dei Consorzi Castanicoltori dell'Emilia-Romagna hanno partecipato il 4 dicembre all’incontro EUROCASTANEA presso il Parlamento Europeo (Cfr. Freshplaza del 05/12/2019).

Erano presenti anche gli europarlamentari dei 4 Paesi maggiormente interessati alla castanicoltura: Francia, Spagna Portogallo e Italia.

“Siamo molto soddisfatti del fatto che la castanicoltura sia stata presa in considerazione dall'Unione Europea – commenta il prof. Gabriele Beccaro - Abbiamo proposto alla Commissione Agricoltura e alle rispettive direzioni dell’UE di inserire nella prossima programmazione PAC il castagno come specie strategica per l'Europa. La sinergia fra castanicoltura tradizionale e moderna, tema su cui lavoriamo da anni, sarà la chiave per investimenti che dovranno assolvere sia alle esigenze di mercato sia a quelle ambientali".

"In sintesi - continua il coordinatore scientifico del Centro Regionale di Castanicoltura del Piemonte - le richieste sono state:

1. Incentivare un incremento di 40.000 ettari di castagno per ripristinare i livelli produttivi europei di inizio anni 2000 e ridurre le importazioni;
2. Inserire il castagno nella prossima programmazione PAC come specie strategica per l’Europa per Carbon sequestration e riduzione delle importazioni;
3. Promuovere l’immagine del castagno fra i giovani, in particolare rimarcandone il valore nutrizionale dei frutti;
4. Investire nella ricerca e nel trasferimento dei risultati ai castanicoltori: c'è un gran bisogno di innovazione se non di rivoluzione, tecnica e tecnologica in tutta la filiera".

Hanno condiviso le riflessioni, gli onorevoli Pina Picierno e Paolo De Castro della Commissione Europea Agricoltura che hanno assicurato il loro supporto per ottenere quanto richiesto, evidenziando come la discussione e le richieste avanzate cadano in un momento propizio per l’inserimento del castagno anche nelle nuove politiche PAC su cui è attualmente aperto il dibattito.

Contatti:
Gabriele Beccaro, Coordinatore Centro Regionale di Castanicoltura e Disafa Università di Torino; Maria Gabriella Mellano, Disafa Università di Torino.
Email: [email protected]
Web: www.centrocastanicoltura.org