L'ondata di maltempo di questi ultimi giorni ha imperversato soprattutto al centro sud Italia, specialmente in Campania e basso Lazio, arrecando innumerevoli danni all'agricoltura.
La situazione non è delle migliori, tanto che molti agricoltori sono intenzionati a richiedere lo stato di calamità. Interi raccolti sono rimasti completamente sommersi dall'acqua; molti investimenti degli imprenditori agricoli sono andati perduti, poiché le piante non hanno avuto nemmeno tempo di crescere, che subito sono state sommerse.
Nell'alto casertano (in particolare nelle aree di Castelvolturno, Cancello e Arnone, Mondragone, Falciano del Massico, Villa Literno, Cellole e Sessa-Aurunca) i terreni sono del tutto allagati, registrando almeno 40 cm di acqua.
I campi ormai sommersi sono impraticabili: è impossibile effettuare la raccolta degli ortaggi pronti. Purtroppo molte produzioni non hanno avuto neanche il tempo di giungere alla giusta maturazione per essere raccolte e poi vendute.
I Regi Lagni (reticolo di canali rettilinei, perlopiù artificiali in un'area di 1.095 km² in 99 comuni della città metropolitana di Napoli e delle province di Caserta, Avellino e Benevento, NdR) e i canali di scolo ricolmi di acqua hanno straripato, invadendo indistintamente strade vicinali e campi.
Addirittura qualche agricoltore dà notizia di grandinate che hanno interessato la zona di Teano (CE). Si sono verificate, sempre nell'alto casertano, trombe d'aria sparse che hanno sradicato gli alberi nei campi e sui bordi delle strade.
Nel Lazio, nella zona di Sezze, si contano molti danni alle serre e alle coltivazioni: intere superfici di ortaggi da foglia sono andate perse. Dice un produttore della zona: "Abbiamo perso almeno 5 ettari di lattuga, spinacio, scarole, radicchio sotto serra, finiti in circa 60 cm di acqua; tutto era completamente sommerso. Le strade erano impraticabili, in quanto interessate da fiumi in piena".
Oltre alle summenzionate criticità, ciò che davvero preoccupa tutti è il danno economico. Gli agricoltori sono sconfortati dal veder vanificati i propri investimenti e dallo stallo momentaneo che stanno attraversando le merci ai mercati generali. Oltre a non poter raccogliere o ad aver perso tutto, quei pochi produttori che riescono a conferire la merce ai mercati generali la vedono rimanere invenduta.