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III Simposio Internazionale del Pomodoro

Pomodoro da industria: l'Italia conta per il 50% in Europa e per 13% nel mondo

"Il comparto della trasformazione del pomodoro rappresenta un'industria, in Italia, con ben 4,8 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, su 64.500 ettari messi a coltura". A dirlo è stato Giuliano Bonaventura, di Anicav, intervenuto al III Simposio Internazionale del Pomodoro che quest'anno si è svolto a Comiso (RG), in Sicilia.

Il tavolo dei relatori

"La produzione è ben distribuita nel Paese, con 28.000 ettari al Centrosud e 36.000 nel Nord – ha spiegato Bonaventura - Vi operano circa 115 aziende industriali, che impiegano 10.000 lavoratori fissi e circa 25.000 stagionali, mentre il fatturato complessivo è di 3,3 miliardi di euro, di cui 1,7 miliardi derivanti dall'export".

Nel corso dell'evento, che ha visto la presenza della Turchia come Paese partner (dopo Israele nel 2015 e Spagna nel 2017), è emerso chiaramente come il settore del pomodoro da industria sia una realtà di punta dell'economia italiana, che oggi rappresenta il 13% della produzione mondiale e il 50% di quella europea. L'export è diretto per il 68% in Europa, il 10% è destinato all'Asia, il 9% va in America, altrettanto in Africa e il 4% in Oceania.

Un momento durante i lavori

La duplice valenza del pomodorino da mensa, in un mercato del fresco dal prezzo fluttuante
Molto interessante il concetto espresso dal patron della manifestazione, Massimo Mirabella: "Il pomodorino da mensa, in un mercato del fresco assoggettato alle fluttuazioni del prezzo, può avere una seconda vita economica data dalla possibilità di trasformarlo in sugo pronto. Si tratta di un'occasione che va colta, sull'esempio di alcune realtà già esistenti".

A parlarne in maniera più approfondita è stato Francesco De Sio, della Stazione sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari di Parma (sezione di Angri). De Sio ha fornito importanti suggerimenti: "Il settore può avvantaggiarsi se si utilizza il pomodoro cherry, perché ha un gusto caratteristico, gradevole al palato, ma pure valori in solidi solubili del 7 per cento circa, ben al di sopra del 4,5 del pomodoro tondo. Questo significa che, se si utilizza il pomodorino, il quantitativo di acqua da eliminare è inferiore per raggiungere la giusta concentrazione".

Massimo Mirabella

Un momento significativo è stato l'incontro con la delegazione turca, con Aydin Atasayar, direttore del "Reasearch and Development Department", Ad-Rossen Tarim AS e Kamil Yelboğa, Secretary General Fide Üreticileri Alt Birliği. Ad accompagnare la delegazione,  c'era il Console onorario della Turchia in Sicilia, Domenico Romeo.

Atasayar ha presentato la situazione generale del comparto agricolo in Turchia, dove si coltivano ortaggi ovunque. Si esporta in prevalenza in direzione Russia, Ucraina e Iraq. L'export interessa anche le sementi e raggiunge pure l'Italia.

Yelboga invece ha puntato l'attenzione sull'industria vivaistica, che in Turchia è molto cresciuta. Oggi si produce per il 20% in serre di vetro, per il 47% in serre di plastica e sono impiegati 1000 agronomi e 10.000 lavoratori. Per ciò che riguarda la produzione, il 46% è rappresentato dal pomodoro fresco, il 54% è destinato alla trasformazione industriale, un settore che impiega per il 90%, manodopera femminile.

"Un altro settore da approfondire, al fine di addivenire a conclusioni scientificamente condivisibili – ha aggiunto Mirabella, direttore di Agrisicilia (la rivista specializzata che ha organizzato l'evento) - è la coltivazione in aeroponica e l'uso dei microrganismi".

Nella seconda sessione dei lavori, infatti, si è parlato di colture in aeroponica, su cui sono intervenuti il CREA di Bagheria e la SVIMED di Ragusa, coinvolti in un progetto pilota denominato INTESA. Mentre l'Università di Napoli F. II ha mostrato i risultati di uno studio sulle "micorrize", un tipo di associazione simbiotica tra fungo e pianta superiore, capace di favorire il ciclo vitale della pianta apportando benefici.