Quest'anno uva da tavola, mirtilli e mango cresceranno rispettivamente del 15%, 25% e 29%. Con circa 100.000 tonnellate, tra quest'anno e il prossimo, il Perù potrebbe diventare il primo fornitore globale di piccoli frutti, spodestando il Cile.
I tre frutti sono tra i primi cinque nel paniere peruviano della frutta d’esportazione: l'uva da tavola al primo, al terzo posto il mirtillo.
Uve da tavola
Con circa 19.000 ettari coltivati, secondo l'Associazione dei produttori di uva da tavola del Perù (Provid), la previsione è che, alla fine dell'anno, i frutti crescano in volume, valore e aree certificate da Senasa (il servizio fitosanitario). Si stima un aumento del volume fino al 15%, afferma Carlos Zamorano, direttore generale della Provid.
Questo aumento si spiegherebbe con le maggiori rese (dal 30% al 50% in più) delle nuove varietà soggette a royalties, che sono andate sostituendo la tradizionale Red Globe, spiega Ernesto Gallo, professore del master in agroalimentazione presso l'Università di Piura. Secondo la Provid, quest'ultima varietà occupa il 30% della superficie.
"La preoccupazione diffusa è avere un buon colore e livello di Brix (dolcezza) per poter competere", avverte Michelle Aspee, direttore operativo della CBA Agrotecnia specializzata in servizi di confezionamento dell'uva da tavola, rispetto alla pressione esercitata sul settore ora che le varietà club stanno prendendo il sopravvento.
Grazie alle nuove varietà, per le quali Provid stima ce ne siano circa 50 in prova, le spedizioni di uva da tavola aumenterebbero in valore dell'8%, fino a 820 milioni di dollari, afferma Luis Corvera, direttore generale della Fresh Fruit Peru.
"La raccolta si presenta normale. Consideriamo il mercato migliore rispetto a quello dello scorso anno. La produzione negli Stati Uniti è leggermente più limitata e ci si aspetta di ricevere frutta peruviana verso il mese di dicembre", afferma Enzo Pareja, direttore commerciale della Complejo Agroindustrial Beta.