Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
I consumatori faticano a leggere le etichette sui prodotti che acquistano

La stagione dei limoni comincia con qualche problema di troppo

La campagna agrumicola siciliana è iniziata da qualche giorno con le clementine, mentre a breve partiranno anche le arance e soprattutto i limoni invernali. La campagna limonicola, in particolare, si annuncia con qualche problema: in merito, abbiamo chiesto un commento a Salvo Magliocco, agronomo, nonché vicepresidente di una importante OP del Siracusano.

Salvo Magliocco

"Questo è un anno molto particolare, per gli attori della filiera – dice Magliocco - perché si registrano prezzi stellari alla produzione, in concomitanza di esigue quantità di limoni. Alla base di queste inedite dinamiche, vi sono certamente gli eventi climatici del febbraio di quest'anno: un forte vento ciclonico di origine marina ha praticamente distrutto la produzione, arrecando danni da sfregamento del frutto contro le spine del limone, rovinando le scorze e costringendo i produttori a vendere limoni di prima categoria, ormai danneggiati, per uso industriale".

"Questo è stato soltanto l'effetto diretto e più visibile nell'immediato - prosegue l'esperto - La pianta non è riuscita a esprimere al massimo la sua vigoria e le piccole zagare (fiori di limone) presenti sono state quasi completamente bruciate. A nulla sono valse le irrorazioni con prodotti fogliari o fertirrigazioni, che sono riuscite solo a far crescere le nuove foglie e a far riacquistare salute alla pianta. Naturalmente, tale vigore vegetativo è andato a discapito della produzione successiva: la conseguenza è stata non soltanto la completa mancanza di prodotto estivo, ma anche una scarsa presenza di quello prodotto attuale".

"Ciò ha comportato l'impennata dei prezzi sino a quotazioni mai viste prima: si parla di altissimi per il prodotto biologico e per quello convenzionale. La scarsa disponibilità di prodotto fa pensare a una campagna agrumicola molto breve".

E se le produzioni del limone siracusano non fanno intravedere una stagione redditizia, a peggiorare le cose c'è la concorrenza straniera. Ai produttori dell'areale di produzione del Femminello di Siracusa IGP deve aver fatto l'effetto di un pugno nello stomaco vedere in vendita agrumi d'importazione presso un locale supermercato, per non parlare del sequestro, qualche giorno fa, di queste partite di arance e limoni perché trattate con prodotti nocivi per la salute (cfr. precedente news).

"Ho letto quanto successo – dichiara Magliocco  – Sono stati sequestrati diversi colli di limoni importati e trattati con Imazalil, un fungicida non vietato dalle norme UE ma che, se usato, deve essere riportato in etichetta con la dicitura buccia non edibile. Ho letto con stupore anche tutte le reazioni provenienti dal mondo politico perché prima abbiamo, cioè hanno, liberalizzato tutti i mercati, dando via libera all'entrata di merce di ogni tipo proveniente da ogni parte del mondo, magari trattata con prodotti che compromettono la salute delle nostre famiglie, e ora si parla di chiudere frontiere e di misure di salvaguardia. Non si può non notare una grande ipocrisia in tutto ciò!"

"Spiace constatare, inoltre, nel contesto più ampio – ha concluso lo specialista - una grande disinformazione da parte del consumatore che ancora oggi fatica a leggere le etichette sui prodotti che acquista. La scelta di acquistare un dato prodotto, molto spesso viene fatta solo in virtù di due parametri: aspetto estetico e prezzo. Il consumatore dovrebbe infatti preoccuparsi di capire se un prodotto è stato trattato con cere o additivi chimici e dovrebbe scegliere l'alimento che magari presenta qualche difetto, in quanto sinonimo di naturalezza. Spesso, più il prodotto appare senza difetti e immacolato, e più è stato forse, chissà, trattato con sostanze varie, oltre che incerato. Il mio è anche uno sfogo nei confronti di tutti quei politici che oggi si elevano a paladini della giustizia in nome dell'agricoltura italiana sana, mentre fino a ieri permettevano l'ingresso di qualsiasi prodotto senza alcuno scrupolo nei confronti della salute dei nostri concittadini o della redditività delle nostre aziende".