Le sanzioni russe sull'importazione dei prodotti alimentari dell'UE costano ai consumatori russi 445 miliardi di rubli (7 miliardi di dollari) all'anno, ovvero circa 50 dollari all'anno pro capite, secondo uno studio condotto dagli economisti di RANEPA e CEFIR.
Secondo lo studio, il costo è principalmente a carico dei consumatori, che sopportano l'84% dell'aumento dei costi, mentre per i produttori l'onere aggiuntivo è solo del 3%. Sugli importatori di generi alimentari peserebbe un altro 13% dell'onere delle perdite nette.
La Russia ha imposto le sanzioni agricole all'Europa come ritorsione, dopo che l'Europa e l'America avevano imposto sanzioni punitive alla Russia per l'annessione della Crimea nel maggio 2014. Da allora, il presidente Vladimir Putin ha affermato che le sanzioni russe sul cibo costano all'Europa 100 miliardi di euro all'anno, anche se non è chiaro come venga calcolata tale cifra.
Tuttavia, negli ultimi cinque anni, gli scambi commerciali tra Russia e UE sono risultati in calo di un importo simile, e molti esportatori di prodotti alimentari dell'UE sono stati gravemente colpiti dalle sanzioni. In precedenza, infatti, la Russia era un importante mercato d’esportazione per alimenti come carne di maiale e frutta.
I prodotti alimentari trasformati di fascia alta, come i salumi italiani e i formaggi francesi, sono quasi del tutto scomparsi dagli scaffali dei negozi di Mosca, dall'entrata in vigore del divieto.
Fonte: intellinews.com