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Il parere di un esperto agronomo

A che punto e' l'orticoltura italiana in materia di residui?

"Sicuramente oggi l'Italia è a buon punto. Fino a molti anni fa, questo specifico comparto si contraddistingueva per l'uso non sempre oculato di input chimici di vario genere, ma oggi tutto ciò non è assolutamente pensabile né possibile. Attualmente le forti pressioni ricevute dai retailer e dal consumatore che chiedono prodotti più salubri, più sostenibili e di qualità hanno modificato completamente la gestione tecnica aziendale. E' dunque necessario l'utilizzo di tecniche agronomiche più green, come la lotta biologica e integrata ". Così commenta l'agronomo Marco Valerio Del Grosso.

"L'Italia è molto competitiva su scala globale, con i suoi prodotti sani e di qualità; tant'è vero che dal report del Ministero della Salute si evince che la nostra nazione risulta essere tra i paesi produttori con le minori irregolarità; questo spiega perché le nostre referenze siano maggiormente richieste. Volendo fare un esempio, gli ortaggi da foglia italiani presentano una bassa concentrazione di nitrati rispetto a quelli del nord Europa, grazie all'azione della radiazione luminosa che abbiamo qui da noi".

"La IV gamma - prosegue l'agronomo - impone innovazioni aziendali, una maggiore sicurezza sul lavoro (abiti ad hoc privi di corpi che possano contaminare il raccolto) e un'igiene impeccabile; infatti non devono esserci corpi estranei tra i campi, e l'azienda deve risultare un luogo completamente controllato. La IV gamma ha industrializzato le imprese agricole".

"In Italia, il floating system interessa ancora superfici minime, anche se ultimamente sta crescendo l'interesse verso questa tecnica di coltivazione fuori suolo, soprattutto per ortaggi da foglia come lattughe, scarole, basilico, lattughino e valeriana".

"In generale, per gli ortaggi invernali e da foglia è fondamentale assicurare una bassa concentrazione di residui, quindi è bene ricorrere alla buona pratica agronomica: con pacciamature che riducano l'insorgenza di piante infestanti e l'utilizzo di diserbanti chimici,  riducendo umidità nell'ambiente per limitare lo sviluppo di funghi o batteri, oppure lotta mediante antagonisti naturali; tutto ciò rappresenta un valido aiuto che permette di rispettare e spesso di andare al di sotto dei residui massimi consentiti per legge".

"Quali le soluzioni per l'orticoltura italiana? Principalmente due: l'unione che permette di fare economie di scala, lavorando per il benessere comune e puntare sulla qualità delle produzioni, utilizzando strategie di gestione non residuali sulle colture".