Nella regione spagnola dell'Andalusia, Granada rappresenta il 70% dei 10.000 ettari dedicati alla coltivazione di asparagi. In questa provincia, la coltivazione di questo ortaggio è una tradizione e viene portata avanti sotto l'egida del consorzio per l'Espárrago de Huétor-Tájar IGP (Indicazione geografica protetta), che riunisce la produzione dei comuni di Huétor-Tájar, Íllora, Loja, Moraleda de Zafayona, Salar e Villanueva de Mesía. Tuttavia, negli ultimi anni, sempre più coltivatori della regione hanno iniziato a produrre asparagi, e questo potrebbe mettere a rischio la posizione privilegiata della provincia sul mercato internazionale.
Nel 2019, l'esportazione di 12.920 tonnellate di asparagi coltivati a Granada ha generato 36 milioni di euro, cioè l'84% del totale dell'Andalusia. Questa cifra rappresenta il 70% della produzione di Granada, quindi è "una percentuale troppo alta", ha affermato Nicolás Chica, direttore della cooperativa Agroláchar e segretario generale dell'Unione dei piccoli produttori agricoli e degli allevatori di bestiame (UPA) di Granada.
Chica non è contento della crescita "vertiginosa" che ha avuto questo raccolto negli ultimi anni, e anche nel resto della Spagna; c'è infatti "scetticismo e preoccupazione" in un settore sempre più affollato a causa della crisi economica, per un possibile "squilibrio tra domanda e offerta".
Secondo il rapporto del governo dell'Andalusia, nel 2018 le esportazioni hanno raggiunto un record di 15.500 tonnellate, una cifra più che raddoppiata rispetto al 2012. La realtà è che, mentre le esportazioni sono raddoppiate, i prezzi si sono dimezzati. Nel 2015, un chilo di asparagi costava circa 2 euro, ma questa cifra è diminuita in modo significativo nelle ultime campagne, fino a 1,12 euro, un prezzo che non compensa gli alti costi di produzione di questo ortaggio.
Misure urgenti
Alcune associazioni agricole spingono per "anticipare la produzione" di almeno un mese, in modo che il raccolto non si sovrapponga alle campagne di altri Paesi, come l'Italia, la Francia o la Svizzera, poiché questi paesi smettono di importare asparagi quando hanno i loro raccolti.
Il settore richiede azioni più urgenti per la prossima stagione, al fine di evitare che si ripeta quello che è accaduto ultimamente, con i produttori costretti a interrompere la raccolta nel bel mezzo della campagna. Il problema è tale che le cooperative hanno iniziato a non accettare nuovi membri e a fermare l'espansione della superficie coltivata.
Fonte: sevilla.abc.es