Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Flextension: l'ennesimo capitolo della storia infinita sulla Brexit

Quando il Regno Unito uscirà davvero dall'Unione europea? E' ormai la domanda che si pongono in tanti. Tra referendum, rinvii e mancati accordi, la storia infinita ha all'appello un nuovo capitolo: la flextension.

Dopo che il Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019 aveva approvato l'Accordo di recesso del Regno Unito dall'UE e la dichiarazione politica che definisce il quadro delle future relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito, il 19 ottobre la House of Common ha approvato (322 voti a favore, 306 contrari) un emendamento con il quale sospendere il voto sull'Accordo di recesso e sulla Dichiarazione politica negoziata tra UE e Regno Unito, fintanto che non sia stato adottato il Withdrawal bill, cioè la legge volta a rendere operativo l'accordo di recesso nell'ordinamento del Regno Unito.

Così facendo, è scattato l'obbligo per il Governo britannico di presentare richiesta alla Ue di ulteriore proroga del termine ex art. 50 del TUE, rispetto al termine previsto del 31 ottobre 2019.

Sempre il 19 ottobre, il Primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, ha trasmesso al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, una lettera (non da lui sottoscritta) con la richiesta di un'ulteriore proroga del termine ex art. 50 del TUE fino al 31 gennaio 2020.

Attraverso il tweet ufficiale di Tusk, l'Ue ha fatto sapere di aver accettato la richiesta del rinvio per la Brexit, rimandando la data ultima al 31 gennaio 2020. Una proroga flessibile o, come è stata definita, flextension, che dovrà essere messa nero su bianco.

Ieri 29 ottobre, Johnson ha presentato una legge ordinaria per indire elezioni anticipate il 12 dicembre. L'opposizione laburista di Jeremy Corbyn ha accettato senza indicare una data. Il giorno delle elezioni rappresenta, infatti, un punto cruciale: Johnson vuole che si svolgano il 12 dicembre, mentre il Partito nazionalista scozzese e i Liberaldemocratici puntano ad anticipare perché vogliono andare alle urne prima che venga approvato l'accordo sulla Brexit.

In serata, è arrivata la decisione definitiva: con 438 sì e 20 no, si andrà alle urne il 12 dicembre.