In Campania i trapianti delle verdure invernali in pieno campo procedono da metà agosto, e se ne prevede la fine intorno alla metà di ottobre. Tra le principali coltivazioni, figurano gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle Brassicacaee (cavolfiore, cavolo-verza, cavolo- broccolo), ma anche le lattughe, le scarole e i finocchi.
In molte zone dell'alto casertano, durante il trapianto dei soliti ortaggi invernali, vengono messe a dimora pure le puntarelle di Gaeta; queste sono destinate ai mercati generali di Roma e Fondi e alla GDO del centro-nord Italia, dove sono molto apprezzate e richieste rispetto ai mercati del meridione.
Sono già stati messi a dimora ad agosto gli ortaggi precoci, che dovranno essere raccolti a novembre, mentre in quest'ultima fase stanno avendo luogo i trapianti delle referenze più tardive, da raccogliere poi verso febbraio e, in parte, anche verso aprile. Per le referenze che invece hanno un ciclo colturale di soli 40/50 giorni, i trapianti procedono in maniera scalare.
Quest'anno sembra che qualche produttore dell'alto casertano abbia inserito nella sua programmazione colturale anche la coltivazione di radicchio, per ora come test; poi, se il riscontrò sarà positivo, saranno incrementate le superfici e i quantitativi.
Facendo due conti con alcuni produttori, si è giunti alla stima di 3000 euro di costi di produzione per un ettaro di ortaggi invernali in pieno campo. Questi includono: il gasolio impiegato per le lavorazioni del terreno, per i trapianti e per i trattamenti, i costi d'irrigazione, quelli della manodopera per il trapianto e durante la raccolta, i costi dei concimi e degli agrofarmaci impiegati.
Di solito, gli ortaggi precoci hanno ripagato meglio i produttori rispetto a quelli tardivi, anche se questa non è una regola che vale sempre, in quanto è l'andamento dei mercati e la disponibilità di prodotto a determinare il prezzo di vendita. Ebbene, per questa campagna i produttori sperano di essere ripagati meglio rispetto allo scorso anno.