Bilancio sulla drammatica stagione drupacee in Basilicata: i primi dati di una organizzazione di produttori

Ci arrivano i primi dati, seppure approssimativi, relativi alla tragica campagna 2019 delle drupacee nel metapontino, una stagione da dimenticare per quasi la totalità delle aziende agricole, a causa delle condizioni climatiche distruttive dei mesi scorsi. A comunicarci queste somme, è un'organizzazione di produttori della fascia jonica.

Nel 2018, la stessa O.P. commercializzò oltre 2.980 ton di albicocche; quest'anno, invece, i volumi sono stati poco più di 905 ton. Una situazione ancora più dolorosa per pesche e percoche, i cui volumi dello scorso anno si aggiravano intorno a 1.160 ton, mentre per l'attuale commercializzazione (quest'ultima ancora aperta per percoche e nettarine tardive) l'offerta non riesce a soddisfare la domanda, con un segno negativo di 330 ton.

"I nostri soci hanno dovuto subire due grandinate, che hanno quasi azzerato la produzione", spiega un dirigente dell'organizzazione di produttori, il quale poi aggiunge: "Una prima precipitazione grandinigena si è avuta a metà aprile, con danni alle varietà precoci; a seguire, a distanza di circa un mese, precisamente il 12 maggio, si è registrata un'ulteriore grandinata, molto più intensa della precedente, che ha così danneggiato anche le varietà tardive, con un danno di oltre il 65% sull'intera produzione".

"Oltre al danno, abbiamo avuto anche la beffa. Infatti, nonostante la produzione sia stata scarsissima, si sperava in prezzi di vendita leggermente superiori rispetto agli scorsi anni. Invece, i nostri agricoltori hanno dovuto affrontare una crisi di mercato con quotazioni che non arrivavano a 0,20 €/kg. Il tutto ha determinato una serie di proteste in diverse piazze del metapontino, con eventi di sensibilizzazione che hanno visto pure l'offerta gratuita di frutta alla cittadinanza".

"Le grandinate hanno messo a dura prova il reddito di molte aziende agricole, costituito per il 60% dai ricavi delle campagne drupacee, specie per le imprese tra Policoro e Metaponto. Tante aziende avevano già assicurato le loro coltivazioni, ma tante altre, invece, ancora non avevano stipulato polizze".


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