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La Sicilia presente al summit mondiale sul limone

Quella siciliana rappresenta il 92% della produzione limonicola nazionale con i suoi 18.844 ettari ma, nonostante le 2.586.507 tonnellate prodotte, si piazza solamente al 12mo posto della graduatoria mondiale. D'altro canto, detiene il primato nella produzione biologica.

In questo contesto non molti sanno, specialmente all'estero, che Bagheria (PA), grazie anche all'attività del consorzio Apo Sicilia, è uno dei centri più rilevanti in ordine alla produzione e alla commercializzazione di limoni.

Sopra: foto di gruppo della delegazione sul palco del "World lemon industry development summit" 

"I numeri delle nostre produzioni limonicole in regime bio - ha detto al rientro da una missione cinese il presidente del consorzio Apo Sicilia, Antonio Fricano - rappresentano un dato interessante per le autorità cinesi, fortemente impegnate nella riconversione della loro produzione con criteri di sostenibilità ambientale; riconversione di cui in Sicilia deteniamo il know-how".

Un momento durante le visite aziendali in Cina

"La nostra – ha aggiunto il presidente del Consorzio - è stata l'unica città italiana a partecipare al 'World lemon industry development summit', il primo vertice mondiale sullo sviluppo dell'industria del limone che si è svolto il 17 settembre 2019 a Ziyang (città con 3 milioni e 46 mila abitanti e un'area di 5,5747 Km²), nella provincia dello Sichuan (la provincia ha un'estensione di 485.000 chilometri quadrati, pari a una volta e mezza l'Italia e, con una popolazione di 90 milioni di abitanti, risulta la terza provincia più popolata della Cina) nella Cina centrale".

"All'interno della prefettura di Ziyang - ha spiegato Fricano -  si trova la contea di Anyue che occupa una superficie di 2.700 kmq con una popolazione di circa 1.630.000 abitanti, famosa per l'appellativo di "paese dei limoni cinesi", con una storia quasi centenaria di produzione del limone, che fu introdotto nel 1929, con una produzione che ricopre l'80% del fabbisogno annuo cinese".

Sopra: un selfie di Antonio Fricano (a dx) con Michele Balistreri e una produttrice cinese di limone

"Il Summit si è connotato come un forum di esperti con i rappresentanti delle cinque principali regioni produttrici di limoni nel mondo – ha detto dal canto suo Michele Balistreri, presidente dell'associazione La Piana d'Oro, che promuove il limone di Bagheria - Alla fine del Summit, è stato sottoscritto un documento sullo sviluppo, la conservazione e la produzione del limone che punta alla fratellanza fra le varie nazioni ma anche a studiare insieme forme di salvaguardia delle patologie che affliggono questo prodotto. A tal proposito, numerosa è stata le presenza di professori di varie nazioni che sono intervenuti sul tema al fine di avviare rapporti di collaborazione per uno sviluppo sostenibile".

Sopra: il limoneto cinese visitato dalla delegazione italiana è coltivato con la tecnica dell'insacchettamento dei frutti

A siglare il documento, per la delegazione italiana, è stato il sindaco di Bagheria, Filippo Maria Tripoli; presenti anche l'agronomo del CREA Santo Agnello e Adalberto Catanzaro, responsabile della sezione Slow Food Bagheria. Ha assistito la delegazione italiana, la signora Cinzia Chen, titolare della società Givia srl, esperta in politiche di sviluppo e reciprocità tra Cina e Italia, la quale ha ricevuto dalla città di Ziyang il compito di curare i rapporti con Bagheria e invitare la città al forum.

"La Cina – ha detto in conclusione Balistreri - è il massimo produttore di limoni nel mondo, con circa il 26% del totale mondiale, secondo quanto appreso dai dati della FAO 2015/2017). Abbiamo avviato, attraverso l'organizzazione del Verdello Fest, giunto alla terza edizione, un processo di valorizzazione del nostro Verdello (produzione tipica estiva) che identifica il nostro limone come valore aggiunto all'economia del nostro territorio, la sua storia, la sua tradizione e la sua identità".