Una diminuzione netta del 25% rispetto al programmato: è questo il bilancio sulle quantità lavorate dall'industria di trasformazione La Cesenate che vanta una storia lunga 70 anni, dato che è stata fondata nel 1949.
"Di certo si tratta di una delle annate più avare degli ultimi anni - spiega il titolare Arturo Santini - a causa di una serie di fattori quali l'andamento meteo anomalo in primavera, le grandinate, gli attacchi di batteriosi. Anche in stabilimento abbiamo dovuto fare rigorose cernite per mantenere il nostro elevato standard qualitativo, abbassando ancor di più le rese".
A conti fatti, La Cesenate nel 2019 ha lavorato 23mila tonnellate di pomodoro convenzionale e 13mila di biologico, con una proporzione che si avvicina al 60% di convenzionale e 40% bio.
La Cesenate è un'azienda medio-piccola, dove il pomodoro rappresenta il 40% del fatturato, mentre il restante 60% è costituito da altri trasformati a base di frutta e verdura. Le esportazioni rappresentano l'80% del totale con destinazione Europa, Medio ed Estremo Oriente.
Arturo Santini
Nonostante le rese minori, i prezzi del pomodoro non subiranno consistenti variazioni in quanto si stabiliscono i prezzi prima della campagna, con contratti che sono slegati dall'andamento produttivo. In poche parole, se la produzione è elevata il prezzo viene comunque garantito dal contratto e, allo stesso modo, se c'è poco prodotto viene mantenuto quanto pattuito. Circa la liquidazione agli agricoltori, La Cesenate è parte del contratto di filiera. In più, riconosce premi per la qualità e per chi produce in regime biologico.
La Cesenate Conserve Alimentari è stata fondata nel 1949 e da allora ha differenziato la propria offerta fra pomodoro, puree di frutta, sughi e condimenti, ricettati a base di verdure.
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La Cesenate Conserve Alimentari
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Web: www.lacesenate.it