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Frutta e verdura? Meglio se gia' confezionate

I nuovi trend del cibo: veloce, sostenibile e sicuro

Disoccupazione e situazione economica, immigrazione e ambiente: queste le priorità degli italiani rispetto agli altri popoli europei. Quello italiano risulta il popolo più pessimista d'Europa e il meno ottimista sul futuro dell'Ue. La prima metà del 2019 mostra infatti i segni della stagnazione economica e a non essere di aiuto è la recentissima nascita di un nuovo governo, dopo un'improvvisa crisi politica di metà agosto.

E' quanto delineato dal "Rapporto Coop 2019-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi", redatto dall'Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originali di Demos, Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iplc Italia, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Pwc, Tetra Pak Italia.

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Nel 2018, la spesa media degli italiani diminuisce per la prima volta dal 2013. L'ortofrutta sembra però rimanere un must. Nel primo semestre 2019, la crescita migliore viene registrata dalla verdura (+8%) ma ad aumentare sono anche frutta fresca (circa 2,2%) e frutta secca (+4,1%).

Da sottolineare, inoltre, che il reddito di cittadinanza e i discount spingono le vendite della Grande distribuzione organizzata al sud Italia.

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Secondo quanto si legge nel Rapporto, l'Italia è inoltre tra i cinque Paesi più vulnerabili d'Europa al cambiamento climatico, che ha già generato effetti importanti: negli ultimi 15 anni sono infatti spariti 1 su 3 alberi da frutto e 500 ettari tra Sicilia e Calabria sono già oggi destinati alla coltivazione di frutta esotica.

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Il 61% dei consumatori italiani è disposto a modificare le proprie abitudini di acquisto per ridurre l'impatto sull'ambiente. Passare ai fatti, quindi.

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E anche nel cibo, gli italiani sono ecologisti convinti: il 68% ritiene favorevole far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso così da disincentivarne l'acquisto. Un atteggiamento che fa onore, se si pensa che ogni settimana si ingeriscono involontariamente con gli alimenti 5 grammi di microplastiche, ovvero il peso di una carta di credito.

Impegnati a rincorrere il lavoro e a gestire la vita personale, gli italiani abbandonano i fornelli di casa a dispetto della passione per la cucina, (in 20 anni abbiamo dimezzato il tempo passato a cucinare ogni giorno e oramai vi dedichiamo appena 37 minuti). Questo porta a una crescita della spesa per la ristorazione extra-domestica (83 miliardi la spesa per consumi alimentari fuori casa delle famiglie italiane nel 2018) e, nel caso che si mangi in casa, si preferiscono cibi pronti o rapidi da preparare.

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E' boom per il food delivery che è utilizzato oramai dal 26% degli italiani. E anche negli acquisti al supermercato vince l'instant food (+9,3% in un anno). In questa rivoluzione gastronomica, si perde di vista anche il concetto di "portata” e al primo o secondo piatto della tradizione si privilegiano gli snack (dolci o salati, poco importa, crescono entrambi a doppia cifra), frutta e verdura meglio se già confezionate, le barrette sostitutive dei pasti e tutto ciò che può rappresentare un piatto pronto.

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L'italianità è infatti l'altro tema chiave se si fotografano le ultime tendenze in fatto di cibo e arriva a contare di più persino rispetto al sapore e al prezzo. Il 78% dei consumatori è rassicurato dall'origine 100% italiana e questi prodotti crescono del 4,8% in un anno (2018 su 2017). Sicurezza è la parola vincente anche a tavola.