Produrre e vendere frutta e verdura nell'era digitale: Basf ha affrontato questo argomento nella giornata del 12 settembre nella seconda parte dell'evento Business event for expert (cfr. articolo correlato). Il mondo digitale permea la vita di tutti, ma spesso il comparto agricolo sembra affrontarlo a rilento.
Innovazione e sicurezza alimentare nell'agricoltura 4.0 era il tema affrontato da Stefania Meloni (foto sopra) di Basf. La Blockchain è come un registro contabile (distributed ledger technology) e può essere interessante anche in agricoltura. I dati qui inseriti sono decentralizzati, trasparenti, immutabile, accessibili a tutti. La catena della GDO Walmart impone ai propri fornitori l'uso della Blockchain, fra cui per le specie a foglia verde e larga. Questo perché tramite tale filiera trasparente un eventuale problema può essere individuato e risolto in un istante. Così anche Carrefour che lo ha applicato ai limoni.
"Se l'agricoltore è ricco, lo è anche la nazione" ha citato Andrea Pia di AKQA. "Il digitale non è una tecnologia, ma un'era in cui viviamo. Il cambiamento nasce dalle persone. Siamo sempre connessi e scambiamo informazioni. Ma il cambiamento varia in base a quanto noi lo vogliamo. Essere sempre connessi ci rende potenzialmente consumatori 24 ore su 24".
Qual è l'impatto positivo che i prodotti ortofrutticoli possono dare alle persone? Questa è la domanda che ogni imprenditore deve porsi. "In Puglia una masseria ha avuto la capacità di parlare, online, con un linguaggio che è piaciuto molto non solo ai consumatori semplici, ma anche agli influencer del settore che hanno fatto da volano".
Il digitale non è una scorciatoia per trovare nuovi consumatori. Si tratta comunque di un percorso impegnativo che non si improvvisa. "Non aspettatevi dei numeri che possano cambiare nel concreto il vostro business. Cercate di conoscere i vostri clienti tramite i dati che avete. Dite cose specifiche con contenuti diversi a seconda dell'obiettivo".
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda durante la quale c'è stato spazio per le domande dal pubblico. "Quello che oggi serve è capire cosa si produce e capire a chi lo vogliamo vendere" ha detto Ersia Di Tullio.
"E' il momento migliore per innovare – ha spiegato Stefania Meloni – in quanto si tratta di investimenti non troppo costosi. Meglio ancora se ci si aggrega fra più aziende. Si pensi ad esempio, a condivisione dei dati meteorologi per prevenire le malattie. In più vi sono fondi pubblici europei e nazionali che possono dare una mano nell'innovazione digitale".
Secondo Pia non c'è un ritardo tecnologico nel mondo agricolo, piuttosto c'è una incapacità di vedere i consumatori a 360°. "Occorre uscire dai silos, riuscire a interagire in maniera orizzontale e far capire ai consumatori tutte le proprie potenzialità. Tanta tecnologia, fine a se stessa, non serve a nulla e può scapparci di mano".
Dalla platea è stato chiesto come passare dalla teoria alla pratica. Andrea Fiorentini ha risposto dicendo che "dobbiamo cercare di diventare sempre di più strategici, al fianco dei produttori, in un percorso di lungo periodo. Per raggiungere questo obiettivo, al di là di nuovi prodotti o varietà, dobbiamo essere coinvolti anche in altri processi, come collaborazioni dentro la filiera, magari influenzati da altri soggetti per avere nuovi punti di vista".