Alfonso Velasquez Tuesta, rinomato imprenditore peruviano attivo nell'agro-esportazione, ex presidente della Sierra e Selva Exporter ed ex direttore dell'ADEX, ha partecipato al primo Seminario internazionale sui piccoli frutti autoctoni, che si è svolto il 22 agosto scorso presso l'Università agricola nazionale La Molina (UNALM).
In quell'occasione, Velasquez Tuesta ha confrontato il Pushgay, un piccolo frutto autoctono peruviano dotato di un grande potenziale commerciale per la sua capacità antiossidante (superiore a quella dei mirtilli attualmente esportati dal Perù), con il Maqui, un piccolo frutto autoctono cileno, che è attualmente di moda per la sua alta capacità antiossidante.
Secondo Velasquez Tuesta, questa varietà di mirtillo andino potrebbe diventare per il Perù il nuovo superfrutto da esportare e rappresentare un'attività futura altamente redditizia per i produttori di piccole e medie dimensioni del Paese, in particolare nella regione andina di Cajamarca, che l'INEI considera attualmente il dipartimento con la più alta incidenza di povertà monetaria del Perù.
Velasquez ha parlato delle proprietà antiossidanti e nutraceutiche del Pushgay. Contribuisce alla riduzione degli incidenti cerebrovascolari e delle malattie neurodegenerative; inoltre costituisce un'eccellente opzione nel trattamento del carcinoma endometriale, poiché agisce in modo analogo a un farmaco usato durante il trattamento chemioterapico.
Processo di domesticazione
Secondo Alfonso Velasquez, domesticare questi piccoli frutti autoctoni è la chiave per sviluppare il loro potenziale. Ecco perché ha parlato di "Domesticazione dei piccoli frutti autoctoni di Cajamarca, con riferimento al mirtillo", attraverso l'uso di strumenti biotecnologici, un progetto che è iniziato due anni fa nell'ambito del programma nazionale Peru Berries del Sierra e Selva Exportadora. Attualmente, è in fase di sviluppo presso il Centro di ricerca in risorse genetiche, biotecnologia e biosicurezza (CIRGEBB) dell'UNALM, con il finanziamento del National Agrarian Innovation Program (PNIA).
Velasquez ha sottolineato il ruolo decisivo svolto dall'Università Statale di Talca (Regione del Maule-Cile) e dalla Fondazione del Cile (un'istituzione privata), nonché da altre società e istituzioni cilene, nel processo di domesticazione del Maqui. "Hanno condotto ricerche e fatto studi bromatologici sul Maqui, per essere in grado di produrlo su scala industriale. A partire dal 2017, sono state commercializzate tre nuove varietà che consentiranno di intensificare la produzione", ha detto.
"Perché non fare lo stesso in Perù?" Velasquez Tuesta ha chiesto al pubblico. "E' urgente avviare il processo di domesticazione del nostro piccolo frutto autoctono, in modo da ottenere una nuova varietà di mirtillo totalmente peruviano, basato sul nostro Pushgay", ha concluso l’imprenditore.
Alcuni dati
Negli ultimi anni, le esportazioni di Maqui sono aumentate grazie ai suoi effetti benefici sulla salute. Nel 2015, le esportazioni di Maqui hanno totalizzato un valore di 4,5 milioni di dollari americani e oltre 190.000 chili. L'anno seguente (2016), le vendite sono cresciute a 9,9 milioni dollari americani e 433.000 chili di prodotti movimentati. Il frutto è stato inviato, tra le altre destinazioni, in Giappone, Corea del Sud, Italia, Stati Uniti, Germania, Australia e Danimarca.
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