Se da un lato le alte temperature di questa rovente estate hanno provocato fenomeni di scottatura sui frutti, dall'altro la stessa permanenza dell'aria calda ha determinato uno stress alle coltivazioni, posticipando così la raccolta dei pomodori nel Nord della Basilicata, quest'ultimi già trapiantati con ritardo.
Per avere un quadro della situazione, abbiamo intervistato Antonio Fuggetta, responsabile della logistica della cooperativa agricola Agrisole di Lavello (Potenza).
"A causa di una defogliazione della pianta, le bacche superficiali, ossia quelle più esposte alla luce, sono visibilmente cotte dal sole. Il problema più rilevante, invece, riguarda la tardiva maturazione dei frutti, a causa del caldo intenso che è arrivato a registrare anche punte di 36-37°C. Quando si superano i 35°C, la pianta va in stress, rallentando drasticamente la maturazione dei pomodori".
"Si registra un ritardo di oltre 20 giorni, oltre alla notevole riduzione delle rese. Mentre lo scorso anno abbiamo avuto volumi di 90 ton/ettaro, quest'anno molti agricoltori rischiano di raccogliere scarse 60 ton/ettaro. Seppur proprio in questi giorni stiamo raccogliendo i frutti dei primi trapianti di inizio maggio, è visibile ancora molto prodotto verde. Per tutte quelle partite trapiantate tra fine maggio e inizio giugno, invece, non osiamo immaginare quando potranno essere raccolte, soprattutto se le alte temperature continueranno a interessare le nostre regioni".
"Tutti gli stabilimenti lavorano a rilento, lamentando una notevole percentuale di scarto ancora verde, mentre gli agricoltori già temono la carenza di personale quando si raggiungerà la massima produttività. Le piogge di questi ultimi due giorni hanno rinfrescato l'aria e, di conseguenza, favoriranno la maturazione del prodotto".