Nonostante i propositi fossero buoni e la partenza di stagione avesse fatto ben sperare - almeno per il prodotto di qualità e di calibro adeguato - per pesche e nettarine è stata finora un'annata negativa. La stagione si concluderà entro fine settembre lungo tutta la Penisola. Molti i produttori e commercianti che stanno pensando di optare per colture più remunerative, in vista della prossima campagna.
"Il colore non è sufficiente: ci vuole anche il gusto per far sì che il consumatore ritorni ad acquistare il prodotto – commenta un operatore campano – E, soprattutto, è inutile immettere sul mercato produzioni non ancora mature che danneggiano l'intero comparto. Se poi guardiamo ai prezzi, a rimetterci è sempre il produttore".
A rinforzare questo pensiero, un operatore dalla Puglia, dichiara: "I produttori che hanno investito molto in innovazione varietale, si ritrovano a non poter vendere il loro prodotto per la cattiva condotta di terzi. Negli ultimi anni, la gamma di cultivar disponibili nel comparto drupacee è diventata molto elevata, questo implica una maggiore attenzione nell'immissione sui mercati. Inoltre, costi di produzione e di trasporto sono in aumento, le promozioni nei supermercati si fanno sempre più agguerrite e noi non riusciamo più a sostenere le spese".
"Se inizialmente eravamo tutti fiduciosi e il surplus produttivo non destava preoccupazioni, perché si pensava di poter puntare sulla qualità, ora a destabilizzare sono le programmazioni impossibili da realizzare".
"Da un giorno all'altro, i programmi cambiano. Non si capisce su cosa focalizzarsi e quando – conclude il produttore – Se un giorno ci chiedono una varietà di pesca e si comincia a lavorare con quella, è possibile che due giorni dopo la preferenza ricada su una nettarina e nei giorni successivi di nuovo sulla pesca. Così è impossibile organizzare il lavoro di raccolta e distribuzione".