Nella media degli ultimi decenni, non pare che i temporali con grandine siano aumentati in modo sensibile. Ma è molto probabile che la media delle dimensioni del ghiaccio sia aumentata, così come i mesi in cui si verificano gli eventi. Lo afferma il meteorologo Pierluigi Randi che si basa su statistiche esistenti e non, come spesso accade di leggere in giro, su Facebook.
Danni nel ferrarese la scorsa settimana (Azienda Guerrini)
"Nei decenni passati, la grandine era un fenomeno comune quanto oggi - esordisce - però era limitato a tre mesi l'anno. Da qualche anno a questa parte, invece, la grandine cade fin da marzo e si protrae fino a settembre. Ciò è dovuto a un innalzamento medio delle temperature che è anche la causa della maggiore dimensione dei chicchi".
Foto del 9 luglio 2019, provincia di Rimini (Veronica Cepollaro su meteo Emilia Romagna)
Una premessa: contro la grandine i cannoni detonanti, così come il suono delle campane, non servono a nulla. Il ghiaccio si forma ad altezze tali, fra i 5000 e i 10mila metri, che tali palliativi sono inutili. Altrimenti, se così fosse, basterebbero i tuoni a disgregare i chicchi, ma le onde sonore non servono a nulla.
In teoria, irrorare le nubi con ioduro d'argento potrebbe aiutare a limitare la dimensione della grandine ma, al di là delle difficoltà tecniche per raggiungere le nubi nella brevissima finestra di formazione di un temporale, i costi sarebbero così elevati da rendere non conveniente questa pratica.
"E' difficile fare una statistica - aggiunge Randi - perché non esistono strumenti diffusi per la misura della grandezza del ghiaccio. Però la sensazione è che le dimensioni siano maggiori. Ed è ragionevole, in quanto, più vi sono per giorni e giorni temperature alte a terra, più l'aria si riscalda ed è carica di umidità, più i temporali sono violenti. E con essi, pure la grandine che si forma".
In pratica, la grandine si forma a ogni temporale, o quasi, ma quando non arriva a terra è perché i chicchi erano molto piccoli e si sono sciolti prima di giungere al suolo. Quando le correnti di aria calda salgono verso l'alto, in particolari condizioni di vento e umidità, si forma la grandine che aumenta di volume salendo verso l'alto. Più la corrente è forte, più la spinta è maggiore, più il ghiaccio sale e più diventa grosso, inglobando altre gocce di acqua che si solidificano.
"Quando la corrente non riesce più a sostenerne il peso, i chicchi cadono a terra. E se sono molto grossi assistiamo ai danni che tutti conosciamo", conclude Randi.