Nel primo trimestre 2019, la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari è apparsa di nuovo in fase di ripresa, dopo un 2018 chiuso con un deciso rallentamento del trend di crescita. I dati sui consumi delle famiglie del Panel Ismea Nielsen, nel primo trimestre, evidenziano un incremento complessivo della spesa dell'8% rispetto all'analogo trimestre 2018.
Sono stati di nuovo i prodotti a largo consumo confezionati a trainare la spesa (+1,9%) mentre per i prodotti sfusi (il 32,1% del valore del carrello) la spesa si è ulteriormente contratta dell'1,7%. L'incremento della spesa del carrello è da ascriversi in parte all'aumento dei prezzi medi delle referenze (+1% l'incremento dell'indice NIC di Istat), ma in alcuni comparti sono in crescita anche i volumi acquistati; si conferma comunque una maggior disponibilità alla spesa per le bevande (+4,8%) piuttosto che per i generi alimentari (+0,3%).
Tra i generi alimentari, con un balzo del 4,6% è il comparto degli ortaggi a far registrare la maggiore crescita della spesa. Con dinamiche differenti: per gli ortaggi freschi diminuiscono i volumi totali acquistati (-6%), ma per effetto del maggiore prezzo unitario la spesa risulta in crescita (+7,3%). Casi paradigmatici in questo senso sono quello delle patate, con crescita della spesa del 13% e contrazione dei volumi del 4%, e degli ortaggi di IV gamma per i quali crescono di pari passo spesa e volume (+6,6%).
Per gli ortaggi trasformati la spesa cresce rispetto all'analogo trimestre dello scorso anno dello 0,8%, ma in questo caso sono anche i volumi a mostrare un'espansione. Per effetto sostituzione dei freschi aumentano infatti le quantità acquistate per tutti gli ortaggi surgelati (+3%) a fronte di una spesa superiore dello 0,8%. Crescono gli acquisti per i prodotti a base di pomodoro (+1% i volumi a fronte di una spesa in leggera flessione: -0,7%).
Nel reparto della frutta, a fronte di un complessivo lieve aumento della spesa, si evidenziano andamenti contrapposti per arance e mele: per le prime aumenta la spesa (+4,5%) ma si contraggono i volumi (-5,3%), mentre per le seconde a fronte di volumi in crescita (+15%) si rileva un calo della spesa (-6,7%) ascrivibile al minor valore unitario della merce; infatti l'aumento delle temperature, registrato in particolar modo dal mese di gennaio, ha determinato una netta diminuzione della domanda con conseguente riduzione dei prezzi per quanto riguarda soprattutto i frutti di medie e grandi dimensioni.
Ancora una volta in crescita, sia in volume che spesa, i segmenti premium: frutta bio (+3% volumi e spesa), frutta secca in guscio (+2,5 spesa e +3% volumi) e frutti di bosco (+13% spesa e +12% volumi). In flessione la spesa per succhi e conserve di frutta.
Fonte: ismeamercati.it