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Sicilia: contrasto al fenomeno dello smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali nelle campagne

L'attività di vigilanza da parte della polizia sarà ulteriormente intensificata, nei prossimi giorni e per tutto il periodo estivo, anche in orari notturni, nella Sicilia sudorientale, al fine di contrastare il fenomeno delle cosiddette "fumarole", cioè i roghi non autorizzati che interessano non soltanto materiali di scarto vegetale, ma anche la plastica utilizzata per le coperture.

Si tratta di un fenomeno che le Autorità preposte perseguono ogni anno, a inizio estate, ma che non riesce ancora a essere debellato,

Tali comportamenti illegali inquinano non solo il territorio, ma anche la reputazione della maggioranza dei produttori agricoli locali. Purtroppo, però, i controlli sono insufficienti e, specialmente nelle ore notturne, lungo tutto il versante litorale l'aria diventa irrespirabile.

La polizia provinciale di Ragusa ha denunciato nove imprenditori agricoli alla Procura della Repubblica per inquinamento ambientale: "Come ogni anno – si legge nel comunicato ufficiale - al termine della stagione serricola invernale si ripresenta nel nostro territorio il criminale fenomeno delle fumarole, a opera di molti operatori agricoli che procedono all'incenerimento dei rifiuti agricoli dismessi dalle serre, con effetti devastanti sulla salute dell'uomo".

Gli agricoltori sono stati denunciati per smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali e violazione al Codice Ambientale di cui al D.L.vo n. 152/2006 e per immissione di fumi nocivi in atmosfera.

La polizia provinciale, inoltre, ha scoperto altri diciassette titolari di aziende agricole, che avevano già dismesso gli impianti serricoli e accatastato i rifiuti nei propri terreni. Costoro sono stati formalmente diffidati a non procedere all'eliminazione dei rifiuti per mezzo del fuoco, bensì a smaltirli tramite ditte autorizzate al trattamento di materiali speciali. 

Abbiamo commentato la notizia con Gianni Polizzi, direttore del DOSES (Distretto Ortofrutticolo Sud Est Sicilia), che ha stigmatizzato il fenomeno.

Gianni Polizzi

"Si tratta di un retaggio di inciviltà la cui eliminazione risulta tuttavia difficoltosa, anche e soprattutto per i costi alti di smaltimento - dice Polizzi, aggiungendo - Come distretto abbiamo avviato, già dall'anno scorso, un'interlocuzione con la Polizia Provinciale di Ragusa e con l'Arpa Sicilia per studiare insieme delle formule di contenimento di queste pratiche negative per la salute e per l'immagine del comparto".

"Potrebbe essere d'aiuto pensare a uno sgravio fiscale che incentivi il corretto smaltimento dei rifiuti, oppure introdurre un contributo all'acquisto di materiali biodegradabili, che possano essere interrati a fine ciclo, ma il cui costo oggi è elevato, specialmente per le aziende piccole e poco strutturate".