L'embargo russo è stato prolungato di un altro anno: fino al 31 dicembre 2020. Prevedibile o meno, in cinque anni il settore ortofrutticolo italiano ha perso mercati e guadagni che non torneranno più indietro.
Ad agosto 2014, il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato un ordine che vietava l'importazione in Russia di alcuni tipi di prodotti agricoli, materie prime e generi alimentari provenienti dai Paesi che aderirono alle sanzioni contro la Russia: USA, Stati membri dell'Ue, Canada, Australia e Norvegia.
Per via dell'embargo russo, dal 2013 al 2018, l'Italia ha perso 112 milioni di euro in esportazioni di frutta, secondo un'analisi Ismea. Prodotti come uva, mele, kiwi e pesche sono stati fortemente penalizzati.
Nuovi sbocchi commerciali o diversi canali di vendita, in questi anni, non hanno di certo rimpiazzato il potenziale offerto dalla Russia: si è cercato di compensare almeno in parte e guardare avanti. E anche rientrarci, se e quando sarà, potrebbe non essere così facile.