"Conviviamo con il problema del mal secco degli agrumi da più di 100 anni, anche se il 2018 è stato davvero un anno particolare, in virtù di congiunture climatiche disastrose. Un'annata difficile - di cui nemmeno i vecchi contadini hanno memoria - caratterizzata da gelate e grandinate anomale di grande portata. Situazione aggravata dalle folate di vento del 23 gennaio 2019 – mai verificatesi in Sicilia - che hanno raggiunto i 60 nodi all'ora, favorendo la virulenza del fungo e il propagarsi a macchia d'olio dell'agente patogeno. Al momento, le alte temperature ci stanno aiutando: infatti oltre i 30 gradi il fungo si blocca". Così riferisce a FreshPlaza Giuseppe Campisi consigliere nazionale di Fruitimprese, nonché titolare dell'omonima azienda agricola Campisi Group, specialista nella produzione biologica di limoni Femminello.
Campisi sul mal secco lancia un appello sentito alle istituzioni, considerato che le previsioni sui volumi per la prossima campagna commerciale del Limone di Siracusa IGP segnano - proprio in conseguenza della virulenza della fitopatia - un calo della produzione, sebbene compensato da nuovi impianti in produzione.
"La politica sollecita le buone pratiche agronomiche - sottolinea Giuseppe - ritengo tuttavia che l'approccio, in un situazione di grave emergenza, debba essere trasversale e provenire dai vari settori professionali: dalla ricerca, alla politica, alla formazione di potatori specializzati e vivaisti più responsabili e preparati. Siamo consapevoli che da soli non si vada da nessuna parte se si vuole tenere sotto controllo un fenomeno che potrebbe minare l'attuale momento di rilancio della limonicoltura".
"Sul versante politico – precisa Campisi – ritengo sia opportuno guardare alle politiche agricole spagnole che, per far fronte al mal secco, nel 2018 hanno preso provvedimenti concreti a sostegno dei produttori. In Spagna sono previste in esecuzione degli interventi fitosanitari una serie di tutele tra cui: fino a un massimo di 2.500 euro per ettaro in caso di spese derivanti dallo sradicamento e dalla distruzione di materiale vegetale, e 50 euro per albero se si tratta di piantagioni ornamentali o commerciali".
"Il Limone di Siracusa è un frutto tutelato dal marchio IGP-Indicazione geografica protetta. Tuttavia in estate quando non abbiamo prodotto, l'alternativa in termini di qualità è il Verdello. Un agrume non trattato e quindi commestibile al 100%, coltivato su un'area di circa 2000 ettari sul versante jonico della costa tra Catania e Taormina. Poche quantità di limone a filiera controllata che arrivano sul mercato parallelamente all'arrivo in Italia di grandi quantitativi di prodotto argentino o sudafricano", spiega Campisi.
"La Spagna, l'Argentina e il Sudafrica sono i più grandi Paesi esportatori di limone, prodotti che arrivano in estate dopo tempi lunghi di trasporto. Tra qualche settimana giungerà in Italia sia prodotto argentino che sudafricano: la loro è scorza inutilizzabile, poiché viene trattata con cere e altro per allungare la conservazione dei frutti ed evitare la propagazione di muffe".
"In merito ai volumi produttivi del nostro Limone di Siracusa Igp, mi riservo in ogni caso di fare una valutazione più precisa tra qualche mese, diciamo a luglio, in quanto di solito l'aumento delle temperature, ed eventuali anomalie climatiche sopraggiunte interagiscono sempre più sulla capacità di fare previsioni oggettive".
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