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Ancora speranze per la stagione pugliese delle ciliegie, ma il maltempo deve cessare prima possibile

ULTIMI AGGIORNAMENTI! - A seguito delle piogge verificatesi anche nella nottata di oggi, la situazione è peggiorata. I danni stimati sono: perdita del 50% per le Bigarreau; -30% per la varietà Giorgia e -10% per la Ferrovia.

Un vero e proprio bollettino di guerra, quello che giunge da varie zone produttive dell'Italia meridionale.

L'arco ionico tarantino sembra essere stato fin qui quello più colpito, con grandinate che hanno generato anche fino a 15 cm di ghiaccio sui terreni coltivati ad angurie, pomodori e ortaggi.

Conseguenze nefaste anche per gli agrumi in fioritura e per le albicocche già formate. Gli agrumi, tra l'altro, non erano neppure coperti da alcuna assicurazione, trovandosi in uno stadio troppo anticipato rispetto alla raccolta.

Per quanto riguarda le aree pugliesi destinate alla produzione di ciliegie, se le precipitazioni piovose terminassero qui, ci sarebbe già una perdita notevole (20% in media, ma con punte anche dell'80%) sulle varietà precoci (Bigarreau in primis, ma anche la Giorgia precoce). Il problema sarà l'evoluzione del meteo nei prossimi giorni.

Interpellato da FreshPlaza, l'imprenditore Nicola Giuliano, tra i principali operatori nei settori delle ciliegie e dell'uva da tavola, ci riferisce: "Le prime piogge sono cadute su un terreno che era a corto d'acqua, quindi sono state benefiche. Successivamente però, l'intensificarsi dei fenomeni ha comportato un eccesso di apporto idrico alle piante, cui si è aggiunta la bagnatura dei frutti già pronti per la raccolta, sicché sono cominciati i guai".

"Per il momento, i duroni (come la varietà Ferrovia) sono rimasti senza danni, in quanto siamo in una fase molto iniziale della formazione del frutto. Ma il maltempo deve cessare il prima possibile per non compromettere il resto della campagna".

Giuliano ribadisce: "Se finisse così, i danni sulle ciliegie sarebbero tutto sommato accettabili. I prossimi giorni saranno cruciali. Ormai, pensare di fare frutticoltura in campo aperto è impensabile. Molto meglio sarebbe ridurre drasticamente le superfici impiantate, ma proteggerle con le coperture adeguate. Ci vuole un anno intero per arrivare al momento della raccolta. Arriviamoci, perlomeno! E' paradossale notare come nazioni che non hanno certo una lunga tradizione in cerasicoltura, come taluni paesi del Nord Europa, realizzano coltivazioni di ciliegie, magari su superfici limitate, ma opportunamente coperte".

Gli impianti di uva da tavola, per esempio, proprio grazie ai tendoni di copertura, non hanno subito danni: "Tra Castellaneta e la Basilicata, le nostre strutture hanno resistito all'ondata di maltempo".