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"Occorrono interventi urgenti"

Citrus Black Spot: commenti, preoccupazioni e richieste da parte di alcune organizzazioni italiane

A seguito della notizia del rilevamento di Citrus Black Spot in spedizioni dalla Tunisia (cfr. FreshPlaza del 09/05/2019), torniamo sull'argomento per dare conto di una fotografia della situazione anche da parte di alcune istituzioni ed enti italiani.

La macchia nera degli agrumi - Citrus Black Spot (CBS) – distruttiva malattia degli agrumi a livello mondiale, è un fungo (Guignardia citricarpa) che causa una maculatura sui frutti, riducendo così sia la qualità del prodotto sia la resa.

"La presenza del CBS in alcune spedizioni di agrumi importati nell'Unione europea dalla Tunisia conferma tutte le nostre preoccupazioni sull'arrivo di questa devastante fitopatia nell'area del Mediterraneo ed è per questo motivo che chiediamo il blocco immediato delle importazioni dai paesi africani", spiega il presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGPGiovanni Selvaggi, il quale aggiunge: "In questi anni, e in particolare nell'ultimo periodo, abbiamo più volte denunciato, insieme alle associazioni di categoria, ai produttori e ai nostri soci, la possibilità di arrivo in Europa di nuove pericolose fitopatie, chiedendo alle autorità preposte controlli più stringenti".

"Adesso che il pericolo paventato è diventato reale - continua Selvaggi - chiediamo ancora una volta di attivare clausole di salvaguardia e rigide barriere fitosanitarie, previste nei trattati della Ue e mai applicate, per scongiurare l'arrivo in Europa di arance non controllate adeguatamente da paesi come il Sudafrica, Egitto, Marocco e Tunisia".

Anche dalla Puglia arriva il commento del Presidente di Coldiretti Regionale, Savino Muraglia: "La Puglia non può permettersi l'invasione di altri virus alieni, dopo la 'Tristeza' degli agrumi e la Xylella fastidiosa. La campagna agrumicola 2018-2019 ha subito insidie letali per il settore: dalle importazioni selvagge di prodotto dall'estero senza passaporto verde, al crollo dei prezzi, ai rischi ambientali che le imprese agricole stanno subendo quotidianamente; un trend drammatico che non solo ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire drasticamente".

Durante la scorsa campagna agrumicola tarantina, FreshPlaza è stata accanto ai produttori locali che lamentavano il perdurare della grave crisi dei prezzi di vendita dei loro prodotti. "A nulla sono valsi gli appelli alla Regione Puglia – spiega Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto. Di 2,5 milioni di quintali di agrumi prodotti, ben 1,5 milioni sono rimasti invenduti. Non è servito neppure distruggere il prodotto ed espiantare centinaia di ettari di agrumeti per farsi ascoltare dalla politica. "Abbiamo bisogno che venga scritto e adottato un Piano agrumicolo regionale che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto".

Sulla pericolosa fitopatia degli agrumi si è espressa anche CIA-Agricoltori Italiani. L'organizzazione, infatti, che da sempre ha richiamato l'attenzione sui rischi di questa malattia fungina, chiede la tutela delle importazioni di agrumi dalla Tunisia, con l'incremento dei controlli da parte della Commissione. In una nota, la Cia ci fa sapere che, nel caso si diffondesse, provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo, mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura nel Meridione.

A sua volta, Confagricoltura è intervenuta, per voce del presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura, Gerardo Diana: "Questa fitopatia, attualmente, non è presente sul territorio europeo, ma se si diffondesse provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo, mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione".

Confagricoltura ha quindi proposto l'immediato blocco delle importazioni dalla Tunisia, l'incremento dei controlli e l'impegno della Commissione ad una rapida revisione della normativa comunitaria.

"Il caso dei controlli positivi alla frontiera evidenzia, ancora una volta - ha concluso il rappresentante degli agrumicoltori di Confagricoltura - quanto sia necessario cambiare l'approccio comunitario alle importazioni nella UE di prodotti ortofrutticoli che è troppo aperto; invece è necessaria una normativa rigorosa per prevenire questo tipo di problemi. All'occorrenza con un monitoraggio e una revisione degli accordi internazionali in essere".