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Il protocollo portera' a un aumento della superficie coltivata e maggiore occupazione

La Cina apre il suo mercato alle pere cilene

"Ogni nuova varietà che entra in Cina porta a un aumento della superficie coltivata e a maggiore occupazione". E' quanto ha dichiarato il ministro cileno, dopo aver firmato il protocollo per l'ingresso in Cina delle pere di produzione cilena, nel contesto della visita del presidente Piñera ai mercati cinese e sudcoreano, che ha incluso la partecipazione del presidente ASOEX, Ronald Bown.

"Vogliamo replicare per le pere quanto abbiamo già ottenuto con le ciliegie nel mercato cinese", ha aggiunto il ministro Antonio Walker, ottimista dopo la firma dell'accordo che consente l'esportazione per le pere cilene in Cina.

Questo accordo costituisce un precedente nelle relazioni tra i due paesi, in quanto la Cina ha firmato prima ancora di effettuare l'ultima visita di controllo,che è preliminare all'esportazione dei prodotti cileni.

L'accordo consente l'ingresso libero e senza restrizioni a 8 varietà di pere, tra le quali spiccano le varietà Abate Fetel, Packham, Forelle e Bosc.

Attualmente il Cile conta 8.800 ettari coltivati a pere e nel 2018 le esportazioni di questo prodotto hanno totalizzato 128,5 milioni di dollari (114,9 milioni di euro). I principali acquirenti di pere cilene sono la Colombia e la Russia con $19 milioni (€17 milioni) e $16,7 milioni (€14,9 milioni), rispettivamente.

"Questa è un'altra referenza che si aggiunge al paniere di prodotti cileni di esportazione che possono entrare in Cina senza problemi: questa è una specie molto importante per il nostro paese poiché genera molto lavoro principalmente nelle regioni Metropolitana di Santiago, Maule e O'Higgins ed è diventata molto importante dal momento che è attualmente esportata in Europa, mercato tuttavia limitato. L'accordo con la Cina apre una grande opportunità per decomprimere quella destinazione", ha detto il ministro Walker.

Inoltre, l'accordo accelera il processo di apertura del mercato cinese agli agrumi cileni, il che - come afferma Walker - è anche una buona notizia per i produttori. "Ora che il dossier sulla pera è terminato, possiamo avviare la negoziazione per agrumi, arance, clementine e limoni; tutti accordi che avranno un impatto positivo sui produttori delle regioni Metropolitana di Santiago, Valparaiso, Coquimbo e Atacama, poiché ogni varietà che riesce a entrare nel paese determina un aumento degli ettari piantati in Cile. Un esempio ne è quanto accaduto molti anni fa con le ciliegie, che oggi sono uno dei prodotti principali per l'export del paese", ha detto.

In Cina, il consumo pro capite di pere è di circa 12,4 kg all'anno, una cifra che aumenta di anno in anno, e che è molto più alta del consumo nei paesi sviluppati.

Fonte: asoex.cl 

Data di pubblicazione: