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La 70ma assemblea di Fruitimprese non si conclude senza colpi di scena

Giunta a un anniversario importante, il suo settantesimo, si è svolta ieri 11 aprile 2019 a Roma, l'assemblea nazionale Fruitimprese, non senza colpi di scena.

Sopra: Il tavolo dei relatori presso l'Auditorium di Via Veneto, a Roma, moderato dal giornalista RAI, Franco Di Mare. Sotto: la platea con i membri dell'associazione e gli intervenuti.

Prima di tutto la riconferma nelle liste per l'eleggibilità al Parlamento Europeo dell'onorevole Paolo De Castro (leggi anche articolo correlato), eurodeputato che aveva pensato di abbandonare l'attività politica, quest'anno, e che invece tutto il settore ha fortemente sollecitato a proseguire, proprio per non disperdere un patrimonio di competenze a sostegno del settore agricolo, che ne ha bisogno oggi più che mai.

Il preciso momento in cui Paolo De Castro ha ricevuto la conferma ufficiale della sua ricandidatura alle elezioni europee.

In secondo luogo, la nomina a presidente onorario di Pino Calcagni, da 50 anni parte attiva nella vita dell'associazione e del settore ortofrutticolo in generale e che svolse il ruolo di presidente in un momento di difficoltà nella storia dell'associazione stessa.

Un commosso Pino Calcagni riceve la targa di nomina a presidente onorario dalle mani di Marco Salvi.

Congiuntamente alla nomina di Calcagni, Fruitimprese ha voluto dedicare una targa onoraria alla memoria della figura di Danila Bragantini, intitolandole la sala consiliare dell'associazione.

La consegna della targa a Stefano Pezzo, figlio di Danila Bragantini e presidente di Fruitimprese Veneto.

Infine, quando ormai i lavori sembravano conclusi, è intervenuta -mantenendo la sua promessa a partecipare all'assemblea - il sottosegretario all'agricoltura Alessandra Pesce, la quale ha confermato la riconvocazione entro maggio del Tavolo Ortofrutticolo Nazionale nonché l'intenzione di formalizzarlo, in modo da affrontare le problematiche ancora aperte e di interesse per il settore, prima fra tutte la negoziazione dei dossier fitosanitari per l'esportazione di frutta italiana all'estero.

Alessandra Pesce

I lavori dell'assemblea si sono articolati in una prima parte dedicata alle relazioni tecniche, aperta dall'economista Francesco Daveri, docente presso SDA Bocconi, il quale ha presentato il quadro macroeconomico per quanto riguarda l'Italia e il resto del mondo.

Nonostante la frenata della ripresa economica italiana nel IV trimestre 2018 e le prospettive di generale rallentamento di altri importanti mercati europei, l'esperto ha indicato tuttavia il potenziale dei mercati emergenti per il comparto agroalimentare italiano, e verso i quali sarebbe opportuno potenziare l'export.

E' sul fronte delle esportazioni, infatti, che rimangono segnali positivi e attese di crescita a partire da quest'anno. Il problema è come premere ora l'acceleratore della ripresa, in un contesto di politica economica che non sembra aver operato fin qui scelte rilevanti.

Il presidente Fruitimprese Marco Salvi, nella sua tradizionale relazione sull'andamento dell'import-export, si è rammaricato non solo per i risultati negativi (-300 milioni di euro a fine 2018 rispetto all'anno 2017, con 450mila tonnellate in meno di prodotto spedito all'estero), ma anche per il fatto che l'attuale governo abbia deluso fin qui le aspettative delle imprese.

Tra i comparti frutticoli italiani che hanno segnato esportazioni negative nel 2018, anche i cavalli di battaglia hanno sofferto: mele, kiwi e uva da tavola. Clicca qui per un ingrandimento.

A preoccupare, è la perdita di competitività del sistema ortofrutticolo nazionale, specialmente se confrontato con i casi della Spagna, che ha raggiunto il suo record storico in termini di esportazioni ortofrutticole (12 mld di euro, di cui 1 mld di esportazioni verso l'Italia), ma anche della Francia, dove è stato portato a maturazione un sistema orizzontale di aggregazione (La Maison des Fruits & Legumes) per tutto il settore nazionale ortofrutta. Impietoso anche il confronto su quanto il promettente mercato cinese sia oggi aperto alle esportazioni di paesi a noi concorrenti, e dove invece l'Italia è ancora assente.

In conclusione, Salvi ha ribadito le proposte di Fruitimprese per il rilancio del settore: innovazione varietale, innovazione tecnologica, riorganizzazione logistica, concentrazione commerciale e più comunicazione "per incentivare i consumi attraverso nuovi metodi e strumenti".

Il presidente ha anche auspicato, senza venir meno al principio del libero scambio, che le insegne nazionali della distribuzione al dettaglio pongano maggiore attenzione ai prodotti del nostro territorio, come del resto avviene in altri Paesi europei per i prodotti locali.

Paolo De Castro, nel suo intervento, ha voluto rassicurare sul futuro del Parlamento Europeo di fronte a una possibile affermazione dei vari movimenti euroscettici. Secondo l'eurodeputato, il rischio di un netto cambiamento degli attuali equilibri non sussiste, in quanto i principali partiti europeisti, seppur perderanno qualche percentuale di consenso, rimarranno saldamente artefici delle sorti della politica comunitaria anche in futuro.

De Castro ha ricordato le varie attività svolte nel corso della legislatura, tra cui la direttiva contro le pratiche sleali nel commercio agroalimentare, auspicando che l'Italia diventi una delle prime ad attuare questa normativa (la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell'UE dovrebbe avvenire a metà aprile).

Agenda politica in Commissione agricoltura al Parlamento europeo

E' seguita, nella seconda parte dei lavori, una tavola rotonda in cui il giornalista RAI Franco Di Mare moderatore dei lavori, ha stimolato un dibattito tra protagonisti del settore. Sono intervenuti: Luca Battaglio della Battaglio Spa, Luigi Mazzoni della Mazzoni Spa, Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza delle Cooperative (ACI), Mattia Onofri della direzione di Euler Hermes, la società del Gruppo Allianz specializzata nell'assicurazione del credito alle esportazioni. Quest'ultima ha recentemente stilato un'analisi del settore ortofrutticolo italiano esaminando i bilanci di tremila imprese che distribuiscono frutta e verdura: il margine lordo medio è molto risicato (solo il 3%, che si riduce all'1,5% netto).

Tavola rotonda. Da sinistra a destra: Onofri, Vernocchi, Di Mare, Battaglio e Mazzoni

Provocatoriamente, alla fine del confronto, il giornalista ha domandato agli intervenuti quali sarebbero state le loro prime tre misure in caso  fossero stati ministri dell'agricoltura. Ne è emerso che miglioramento della logistica, apertura di nuovi mercati internazionali, norme di reciprocità e di armonizzazione tra paesi esportatori, crescita dimensionale delle imprese, ma anche innovazione tecnologica sono sempre ai primi posti nell'interesse delle imprese agricole.

A concludere i lavori assembleari, le comunicazioni da parte degli sponsor Unitec e International Paper/ Consorzio Bestack. Angelo Benedetti di Unitec e ha ricordato quanto la tecnologia possa contribuire a fidelizzare la clientela e portare reddito alle imprese ortofrutticole attraverso il concetto di qualità coerente.

Sopra: Angelo Benedetti. Sotto: Luca Molari (Int. Paper) insieme al Managing Director del Consorzio Bestack, Claudio Dall'Agata.

A sua volta l'imballaggio, oggi reso "attivo" grazie a una ricerca scientifica tutta italiana, può contribuire a prolungare la freschezza di frutta e verdura e consentire quindi di raggiungere mete più lontane.