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Il punto sul mercato del pomodoro da mensa italiano

Dopo aver documentato qualche giorno fa l'incontro del Gruppo di Contatto del Pomodoro, svoltosi in Sicilia, abbiamo fatto il punto della situazione con Guido Grasso, profondo conoscitore delle logiche del mercato ortofrutticolo europeo.

"In queste settimane, il rapporto fra domanda e offerta in Italia - ha esordito Grasso - è stato abbastanza equilibrato. Tanto è vero che i prezzi, mediamente, pur se con differenze tra le tipologie di prodotto, sono medi. Al contrario, all'estero c'è già un eccesso di offerta e i prezzi, come ad esempio in Olanda, risultano abbastanza pesanti".

"Per favorire il settore - ha proseguito l'esperto - bisogna che le aziende puntino sempre più sulla qualità, nel senso più ampio del termine, ossia la coltivazione di prodotti molto sani grazie alle più innovative tecniche di lotta integrata per abbassare quasi a zero il livello di residui. Bisogna altresì puntare su referenze che abbiano una certa Long Shelf Life per soddisfare le esigenze dei supermercati, ma che presentino al contempo un buon gusto, specialmente nell'area dei prodotti di nicchia dove il sapore ormai è sempre più ricercato".

Nuove tendenze consumistiche hanno spostato l'attenzione verso pomodori più ricercati, le cosiddette specialità.
"Sicuramente c'è un aumento di domanda – ha spiegato Grasso - Almeno in Europa questo si evidenzia anche dai dati ufficiali che indicano come i quantitativi in Kg di pomodoro consumato risultino leggermente in calo, ma questo dipende proprio dallo sviluppo dei datterini, ciliegini e pomodori colorati. Il segmento probabilmente è ancora in crescita nel medio e lungo periodo e, ciononostante, c'è un futuro anche per i prodotti di pezzatura medio grossa, a condizione che abbiano certe caratteristiche qualitative".

Come emerso dall'incontro internazionale del Gruppo di Contatto del Pomodoro, c'è sempre più preoccupazione per le fitopatie attualmente imperversanti (vedi Freshplaza dell'8/04/2019).

"In Sicilia, noi agricoltori siamo tutti estremamente attenti nell'osservare come e se si sviluppa il ToBRFV – chiarisce in merito l'imprenditore - Alcune aziende come la mia, stanno rafforzando ancor di più la gestione degli ingressi all'interno delle serre, per ridurre i veicoli di potenziale contaminazione. Dobbiamo mantenere una strategia attendista, perché dobbiamo capire con quale virulenza si esprime la patologia. Grande preoccupazione c'è nel centro-nord Europa dove già si sono rilevati alcuni danni, sembrerebbe in Olanda oltre che in Germania, specialmente in colture altamente specializzate in serra, sotto luce artificiale, dove i danni sembrano essere enormi".

"Nell'area mediterranea – conclude Guido Grasso - è più semplice compensare il rischio, adottando cicli di coltivazione brevi. Questo approccio ha già dato risultati in Israele, dove si fanno mediamente 2 o 3 cicli brevi, con una gestione che si sviluppa tra gli 8-12 grappoli. Tutto dipende dalle specifiche situazioni, ovviamente".