Dopo anni di competenze messe a disposizione della politica, Paolo De Castro ha deciso di chiudere questa esperienza e ha annunciato di non ricandidarsi alle prossime elezioni europee. Nell'ultima legislatura ha ricoperto il ruolo di primo vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
Secondo da destra, Paolo De Castro a un recente incontro sui temi delle pratiche sleali
A detta di tanti del mondo agricolo, De Castro è uno dei pochi politici che conosce la materia. "Ho cercato di fare sempre del mio meglio - ha dichiarato al telefono a FreshPlaza venerdì 22 marzo 2019 - ma ho deciso che è giunto il momento di uscire da questo ruolo. E credo di esserne uscito bene. Le cose da fare non mancano e non mi annoierò di certo. Sono davvero lieto di aver raggiunto tanti obiettivi, l'ultimo dei quali, pochi giorni fa, sulle pratiche sleali nel commercio (cfr. FreshPlaza del 13/03/2019).
Paolo De Castro, secondo da sinistra, riceve il Premio Macfrut il 27/09/2013 (cfr. Freshplaza del 30/09/2013)
De Castro è stato Ministro all'agricoltura, per la prima volta, nel 1998. Laureato in Scienze Agrarie, è pugliese di origine e figlio di imprenditori agricoli.
"In tutti questi anni - ha scritto De Castro in una lettera di pochi giorni fa - mi sono speso con tutte le energie contribuendo, credo, a difendere concretamente il mio Paese e le prerogative del mondo agricolo e dell’intero sistema agroalimentare nazionale. Credo, però, che sia arrivato il momento di fare un passo indietro e di chiudere quella che doveva essere una breve parentesi e che invece si è protratta ben oltre le aspettative e i miei iniziali progetti di vita. Ho quindi deciso di non correre per le prossime elezioni europee. E' venuto il momento di rientrare tra i banchi dell’Università di Bologna, riabbracciare vecchi colleghi e incontrare nuovi studenti, ai quali sento di dover trasferire più di qualcosa di questa straordinaria esperienza politica".
E continua: "So, per le sensazioni provate in questi giorni viaggiando nei territori, che più di qualcuno rimarrà deluso da questa mia decisione, ma voglio rassicurare tutti coloro che hanno lavorato insieme a me quotidianamente, e in particolare i protagonisti del sistema agroalimentare: non ricandidarmi non significa abbandonare l’impegno per un settore che amo profondamente, ma interpretarlo in modo diverso".
"Io resterò in prima linea a battermi, anche se da un’altra posizione, per la difesa del ‘made in Italy’ agroalimentare e continuerò a lavorare con l’assiduità di sempre sui temi dell’Europa e dell’agricoltura. Ci sarò, come in tutti questi anni, per dare ascolto ai lavoratori, agli imprenditori e alle istituzioni e ad adoperarmi con loro per trovare e suggerire le idee migliori per tutelare gli interessi e lo sviluppo di un settore chiave per la società italiana".