A distanza di circa un mese dall'ultimo incontro con Franco Lillo, tecnico di coltivazione della OP AssoFruit Italia di Scanzano Jonico (Matera), FreshPlaza ritorna per analizzare lo stadio fenologico delle drupacee nell'arco jonico.
"Buoni i risultati e le aspettative per la prossima, ormai imminente, campagna delle albicocche, con qualche differenza fra appezzamenti più carichi e meno carichi. Gli accorgimenti adottati e i lavori svolti durante i mesi invernali stanno portando ottimi risultati. Le varietà precoci sono giunte alla fase fenologica della scamiciatura e, da circa una settimana, sono iniziate le operazioni di diradamento".
"Le varietà tardive, attualmente in piena fioritura, sono: Farbela, Farlis Farbela, Lady cot, Faralia, Farbaly, Orange Rubis e Kioto, quest'ultima con alcune difficoltà nella fioritura. Nelle tardive è la Kioto che difetta nella fioritura".
"Per alcune varietà precoci, invece, si stanno verificando alcuni problemi di fioriture in zone della Basilicata e della Calabria, con scarsa o totale mancanza di gemme sulle piante".
A tale riguardo, è Claudio Modarelli, tecnico di campo presso Apofruit, a illustrarci il problema che diversi agricoltori stanno registrando. "Il ritorno del freddo ha fatto bloccare queste piante di albicocco; pertanto, alcune varietà precoci, che avevano già accumulato le loro ore di freddo, si sono ritrovate con una fioritura molto scalare o del tutto assente".
"Le altre cultivar – continua Modarelli - che necessitano di più ore di freddo, hanno resistito meglio allo squilibrio termico delle scorse settimane, facendo registrare adesso una fioritura eccellente, non solo per le albicocche, ma anche per le pesche e nettarine. In queste ultime, la fioritura è anche più abbondante rispetto allo scorso anno".
Da parte sua, un agricoltore di Scanzano Jonico ci riferisce: "E' un disastro, gli alberi si presentano quasi spogli, come nel pieno dei mesi invernali. Tra i tanti che hanno visto praticamente bloccarsi, in tutto o in parte, le piante di albicocco, ci sono anch'io, per una superficie totale di quasi 15 ettari. Non capiamo dove abbiamo sbagliato, è complicato dare un giudizio sicuro sulle concause del fenomeno".
"Si rischia però di non ottenere i volumi adeguati per affrontare i mercati nella prossima campagna, ormai alle porte, mentre noi dovremo attendere fino a che le varietà tardive arrivino a maturazione, per poi procedere con la commercializzazione".
"Sullo stesso appezzamento, ci ritroviamo, a distanza di pochi metri, piante fiorite e piante che sono ancora completamente a riposo vegetativo".
Il clima imprevedibile potrebbe aver determinato errori di valutazione nell'applicazione delle diverse metodiche agronomiche sull'albicocco precoce. L'ipotesi è dunque che un'alterazione dei cicli naturali climatici, a cui eravamo abituati in passato, abbia tratto in inganno alcuni produttori, i quali hanno pensato di poter rimandare e/o non effettuare alcuni interventi agronomici decisivi che sono, nell'albicocco, fondamentali tra l'avere e non avere la produzione. Solo le prossime settimane potranno fare maggiore chiarezza sull'evolversi della situazione.