Mancano ancora alcuni mesi alla fine della campagna agrumicola siciliana, e FreshPlaza ha chiesto all'esperto Pietro Russo di fornici le sue impressioni sull'andamento della stagione fino a questo momento.
Pietro Russo, imprenditore agrumicolo siciliano
"Purtroppo, l'annata è risultata alquanto sorprendente - dice Russo - Ci aspettavamo tutti che, a causa della mancanza di prodotto registrata a inizio campagna, con circa un 40% di resa in meno, i prezzi e le richieste sarebbero state alte. Speravamo in un assestamento delle quotazioni intorno a un +30% rispetto all'annata precedente. Tutto ciò, però, non si è verificato e i prezzi praticati all'inizio - per l'accaparramento del prodotto in campagna - non sono stati in linea con le aspettative. Gli agrumi sono stati venduti a valori difformi rispetto a quanto ipotizzato e nemmeno le richieste al consumo ci hanno salvato, visto il loro andamento molto lento e insoddisfacente".
Ma quali sono state le dinamiche che hanno portato a questo andamento del commercio agrumicolo, è davvero diminuito il consumo di agrumi in Europa?
"Noi nemmeno ci accorgiamo della grandissima massa di prodotto che proviene dalle altre nazioni e che si riversa sui mercati europei - risponde l'esperto - Purtroppo nessuno fa qualcosa per impedire l'indiscriminato flusso di merci da Pesi extra europei, quali Marocco, Egitto etc, che riempiono gli scaffali della GDO, la quale a sua volta ne trae vantaggio, con prodotto a prezzi di acquisto molto inferiori, grazie al basso costo della manodopera, dell'energia elettrica e dei materiali usati in campo. Inoltre, il mercato italiano viene aggredito anche da prodotti comunitari provenienti principalmente da Grecia e Spagna".
"Quest'ultimo Paese è fortemente competitivo - spiega ancora l'imprenditore - perché capace di produrre quantità enormi di arance, rispetto alla Sicilia e non vi è argomento che tenga di fronte alle ragioni del denaro. Basti pensare che, in questo momento, assistiamo all'acquisto, da parte di operatori italiani, di prodotto Lane Late spagnolo a prezzi talmente bassi che ci lasciano inevitabilmente fuori mercato. Viene da chiedersi, quindi, che cosa succederà quando avremo una campagna con produzione regolare e dove mai venderemo il nostro prodotto?"
"Al momento, l'unica soluzione possibile - conclude Russo - sembra quella di cercare, con tutte le difficoltà e incertezze che ciò comporta, nuovi mercati: è l'unica possibilità che avremo per smaltire il nostro prodotto, anche se al momento non vedo nuovi sbocchi significativi o in grado di assorbire grandi quantitativi".
Ed è di ieri la notizia secondo cui è stata approvata dalla Giunta regionale di Governo la proposta di declaratoria per il riconoscimento dello stato di calamità naturale per la provincia di Catania. In seguito agli eventi alluvionali del 18 e 19 ottobre 2018, in provincia di Catania furono stimati danni alle produzioni, con particolare riguardo al settore orticolo, agrumicolo e olivicolo, per € 111.390.000,00 e alle strutture per € 62.512.500,00.
Sono previsti aiuti in conto capitale, in misura percentuale alle assegnazioni statali e l'esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese danneggiate e dei lavoratori dipendenti.
L'Assessore per l'Agricoltura della Regione Siciliana, Edy Bandiera
Adesso, a seguito dell'avvenuta approvazione da parte dalla Giunta, la proposta di declaratoria verrà inviata al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo per il riconoscimento degli aiuti.
Per l'assessore regionale all'agricoltura, Edy Bandiera: "Per ciò che è di competenza del Governo regionale, abbiamo espletato tutti gli atti nei tempi previsti dalla vigente normativa, adesso la palla passa al Mipaaft e auspichiamo che il Governo nazionale, attraverso un adeguato aumento del fondo di solidarietà nazionale, possa consentire alle aziende colpite di vedere risarciti, in tutto o in significativa parte, i danni subiti".
Nelle prossime settimane, analoghe misure saranno adottate dal Governo regionale per le altre province siciliane interessate dagli stessi eventi calamitosi.