Si è svolta ieri, 19 marzo 2019, nei pressi di Metaponto (Matera), la mobilitazione degli agricoltori lucani e pugliesi contro la grave crisi dei prezzi di vendita dei prodotti agroalimentari.
La manifestazione, organizzata dal movimento Riscatto, ha visto il riunirsi di diversi imprenditori, agricoltori e professionisti che, muniti di trattori, gazebi, materiale informativo e prodotti ortofrutticoli, hanno rallentato il traffico su un'importante arteria stradale che collega la costa jonica alla Capitale Europea della Cultura per il 2019, ossia Matera.
"L'Italia, da che era un importante luogo per la produzione agroalimentare, si è trasformata in una grande piattaforma commerciale, determinando una sorta di speculazione a danno dei tanti agricoltori". A parlare a FreshPlaza è Gianni Fabbris, presidente regionali di LiberiAgricoltori nonché figura storica del movimento contadino locale e nazionale, il quale aggiunge: "Tutti i giorni, per mancanza di risorse finanziarie, i campi attorno a noi continuano a essere lavorati sempre meno. La speculazione commerciale e finanziaria tiene in mano oltre i 2/3 del valore aggiunto che si determina nelle filiere agroalimentari, mentre meno di un terzo viene diviso tra chi poi i campi li lavora davvero".
"Non si può continuare a produrre sottocosto. Denunciamo da tempo la crisi di tutta l'agricoltura. C'è un problema di regole che vengono puntualmente sovvertite. L'esperienza dei pastori sardi ci mostra una ribellione, proprio a causa dell'assenza delle regole. Questa situazione lascia spazio di manovra alle speculazioni sui prezzi, che si scaricano sui braccianti e sulle aziende agricole; i costi di questa competizione selvaggia non sono più tollerabili".
Alla fine della manifestazione, dopo il taglio simbolico di un albero di agrumi, i protestati agricoltori hanno gettato in strada frutta, verdura, legumi e cereali, svilendo così il prodotto del loro duro lavoro, pur di sensibilizzare le coscienze. "La rabbia e l'indignazione – continua Fabbris - devono trovare espressione. Ci siamo sempre rifiutati di gettare via i nostri prodotti o di abbattere le piante, ma negli ultimi anni per tanti imprenditori è diventato inutile produrre e, di conseguenza, raccogliere".
"Quello che chiediamo è che venga riconosciuto il reddito per tutte le aziende e il prezzo minimo allineato alla garanzia di copertura dei costi produttivi. Inoltre, chiediamo una nuova riforma della terra che cambi profondamente il sistema agroalimentare italiano, garantendo un'equa distribuzione del valore aggiunto, il mantenimento delle aziende agricole sul territorio, la pienezza dei diritti per i lavoratori".
"Per ora, il nostro è un segnale simbolico che cerca il più possibile di comunicare e incontrare la sensibilità di tutti. Agli agricoltori, imprenditori, consumatori e altri interessati diamo appuntamento il 17 aprile 2019 a Roma in occasione della "giornata mondiale della lotta contadina".