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La castanicoltura italiana sui mercati internazionali

La produzione mondiale di castagne si concentra in due grandi  macroaree: Asia ed Europa. Secondo i dati Fao del 2017, la Cina è il principale produttore mondiale, con una quota dell'82% (circa 1,9 milioni di tonnellate); l'Europa (dalla Turchia al Portogallo) produce circa 200mila ton. Distinta tra i due continenti, anche la specie di castagno da cui derivano i frutti: Castanea mollissima Blume per l'Asia e Castanea sativa Miller per l'Europa.

I principali produttori europei sono: Turchia (29,3%), Italia (24,3%), Grecia (16,7%), Portogallo (13,9%) e Spagna (7,3%). I dati Fao sulla produzione italiana sono stimati sulla base dei dati storici, dato che l’Istat non rileva più il dato sulla produzione castanicola nazionale dal 2008. Pertanto, non rappresentano la situazione attuale della produzione italiana.

Dopo emergenze fitosanitarie, la castanicoltura in Italia sta mostrando segnali di ripresa ma ha perso la sua leadership in Europa per quantità di castagne esportate, a vantaggio di Spagna e Portogallo.

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In Campania e Piemonte si concentrano alcuni tra i più importanti operatori della filiera castanicola italiana ed europea. Queste due Regioni sono le uniche a esportare sia prodotto fresco sia trasformato. Secondo i dati relativi al 2016, il 40% delle quantità di castagne esportate parte dalla Campania e il 16% dal Piemonte.

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"In base ai dati Istat, dopo la ripresa dell’export di castagne e la riduzione dell’import registrati nel 2017, il 2018 si caratterizza per una nuova impennata dell’import (+67% circa) e una più contenuta flessione dell’export (-8,7%). I principali paesi fornitori sono stati, nell'ordine: Portogallo (29,5%), Spagna (22%) e Turchia (22%). Segue, a distanza, la Grecia con il 12,6% delle castagne esportate in Italia". Così a FreshPlaza Tatiana Castellotti, ricercatrice CREA - Centro di ricerca Politiche e Bio-economia.

"Nel 2018, la principale destinazione del prodotto italiano è stata la Francia, con poco più di 3.000 tonnellate. A seguire, a breve distanza, la Germania, con circa di 2.800 ton. Poi Svizzera (2.200 ton) e Austria (1.500 ton)".

Contatti:
Tatiana Castellotti
CREA - Centro di ricerca Politiche e Bio-economia
Email: tatiana.castellotti@crea.gov.it