Ci sono ancora 13 giorni di tempo per mettere in regola le etichette dei prodotti a base di rame utilizzati per la difesa. Il Ministero infatti ha posto come data limite il 31 marzo 2019 entro la quale le aziende titolari di autorizzazione dovranno riportare la seguente dicitura: "Al fine di ridurre al minimo il potenziale accumulo nel suolo e l'esposizione per gli organismi non bersaglio, tenendo conto al contempo delle condizioni agro-climatiche, non superare l'applicazione cumulativa di 28 kg di rame per ettaro nell'arco di 7 anni. Si raccomanda di rispettare il quantitativo applicato di 4 kg di rame per ettaro all'anno".
In pratica, si è scesi da un massimo di 6 kg l'anno a 4 kg di rame che può essere distribuito a ettaro, e chi produce i prodotti fitosanitari deve adeguare la propria etichetta con la dicitura sovrastante.
La normativa europea è stata pubblicata in Gazzetta (cfr. FreshPlaza del 18/12/2018) e riporta che "è opportuno limitare l'uso di prodotti fitosanitari contenenti composti di rame a un valore massimo di applicazione di 28 kg/ha di rame nell'arco di sette anni, vale a dire in media 4 kg/ha/anno, al fine di ridurre al minimo il potenziale accumulo nel suolo e l'esposizione per gli organismi non bersaglio, tenendo conto nello stesso tempo delle condizioni meteo che comportano una diversa pressione delle malattie funginee".
"Tutto dipende dall'andamento meteo - afferma un tecnico agronomo - in quanto in certe annate particolarmente secche è certamente possibile rimanere entro i nuovi limiti. Ma se si verificano annate piovose, contenere le malattie funginee con poco rame diventa molto difficile. A meno che non vengano autorizzati nuovi principi attivi di sintesi, cosa che tuttavia mi pare molto improbabile. Posso essere d'accordo con il limitare al massimo l'uso del rame, ma solo se mi propongono una valida alternativa a basso impatto ambientale. Oppure se sono state svolte ricerche che mostrino nuove pratiche agronomiche. Mancando tuttavia entrambe le soluzioni, diminuire di un terzo il rame mi pare una scelta demagogica e non scientifica".