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Dal peperoncino la capsaicina, principio attivo dai numerosi impieghi terapeutici

Coltivato in Cina, Messico, Italia, Ungheria e India, il peperoncino (Capsicum annuum) era già stato sviluppato in numerose cultivar dagli aztechi nel 1529. Recenti studi ne dimostrano la coltivazione già 6000 anni fa in Messico, e il Perù è attualmente lo Stato con il maggior numero di cultivar prodotto, mentre è la Bolivia dove vengono consumate più varietà diverse al mondo.

Se molte sono le cultivar prodotte al mondo, all'interno della specie Capsicum frutescens la variabilità di colore e forma dei frutti è bassa, al contrario che nelle altre. Viene coltivato principalmente nella varietà Tabasco, per farne l'omonima salsa Tabasco, oltre che per le sue proprietà terapeutiche.

Tra i vari principi attivi, il più conosciuto è la capsaicina, responsabile della piccantezza e delle attività terapeutiche del peperoncino. Questi composti sono situati nella parte dei frutti e in particolare nelle coste che sorreggono i semi. Oltre ai principi attivi piccanti, contiene vitamina A, c e caroteni.

La capsaicina svolge la sua attività biologica legandosi ai recettori vanilloidi TPRV1 localizzati sulle fibre sensoriali nervose. Tali recettori sono localizzati sia a livello gastrico che a livello epidermico. A livello gastrico, l'assunzione di peperoncino va a desensibilizzare (dopo un'iniziale attivazione) i recettori Vanillodi, con effetto analgesico che si può sfruttare in pazienti con dispepsia funzionale aventi recettori ipersensibili. In questi soggetti anche una lieve variazione di pH o distensione gastrica può generare dolore, e la desensibilizzazione recettoriale può risolvere i sintomi.

Effetti collaterali registrati ad alte dosi di peperoncino si manifestano a livello gastrointestinale, con scariche o coliche. In persone allergiche ci possono presentare problemi respiratori e dolore epigastrico transitorio (che però passa dopo alcuni giorni di trattamento).

Interazioni con medicinali quali ACE-inibitori (aumento della frequenza di tosse, anche dall'utilizzo di creme), teofillina (aumento biodisponibilità) sono registrate utilizzando la capsaicina pura. Noto è l'utilizzo del capsico per il trattamento del dolore neuropatico. Tale utilizzo è stato confermato da una recente meta-analisi condotta su tutti gli articoli pubblicati riguardo l'argomento.

Tutti gli studi sono concordi nel dimostrare l'elevata efficacia con riduzioni molto significative del dolore percepito. Gli studiosi, sottolineano la frequenza di effetti collaterali, sottolineando tuttavia come l'applicazione topica di capsaicina possa essere di grande aiuto per trattare sintomatologie come la neuralgia post-herpetica.

Nell'utilizzo di cerotti o creme a base di capsaicina bisogna sempre tenere in mente i possibili interazioni: infatti la capsaicina è in grado di venire assorbita anche attraverso la cute e arriva al circolo sistemico. Fortunatamente l'emivita sistemica è molto breve (1,6 ore), e la biodisponibilità varia grandemente all'aumentare dei minuti di applicazione (90 minuti di applicazione hanno una Cmax fino a 2 volte più grande rispetto all'applicazione per 60 minuti).

Un recente studio ha anche valutato quale possa essere il miglior sito di applicazione, in particolare se si vuole ridurre il dolore post-operatorio. Kim ha provato ad applicare cerotti di capsicum sul punto LI4 (Hegu) per 8 ore al giorno per 3 giorni dopo l'intervento chirurgico.

Nei pazienti trattati in questo modo, si è dimezzato il quantitativo di oppioide necessario per controllare il dolore, così come il senso di nausea e vomito.

Tra gli utilizzi di più recente studio, trova posto il trattamento dell'intestino irritabile. Questa sindrome sembra correlata ad una ipersensibilità viscerale dovuta all'aumento dell'attività di recettori TRPV1. Ecco che l'assunzione di 150 mg di peperoncino in polvere per 4 volte al giorno per 5 settimane ha ridotto l'intensità del dolore addominale e del gonfiore. Tuttavia alcuni effetti collaterali hanno limitato il trattamento come bruciore gastrico e dolore addominale all'inizio del trattamento.

Fonte: Farmacista33

Data di pubblicazione: