L'abbandono delle fumigazioni con bromuro di metile, stabilito dal protocollo di Montreal nel 1987 con le successive e periodiche limitazioni imposte all'utilizzo di altri principi attivi, come ad esempio il dicloropropene o la cloropicrina, hanno stimolato la ricerca e lo sviluppo di tecniche alternative per ridurre sia l'impatto ambientale che i costi di esercizio per la preparazione/sanificazione dei terreni agrari.
In questo contesto si è inserita con successo la pratica tecnica chiamata Solarizzazione, già teorizzata e studiata in Israele a cavallo degli anni 70/80.
L'idea, prende spunto dai trattamenti termici in uso nelle industrie alimentari, si sottopone infatti il terreno ad un trattamento termico che ne abbatta la carica patogena e infestante, una sorta di "pastorizzazione".
Esistono infatti altri sistemi che si basano sul medesimo concetto, per esempio l'iniezione di vapore fluente nel terreno, da non escludersi perché sicuramente efficaci, ma per l'investimento iniziale e per i costi d'esercizio, sono normalmente destinati a piccoli appezzamenti ad alto valore aggiunto; mentre la solarizzazione, come dice il suo nome, utilizzando la sola energia solare per incrementare la temperatura nel terreno, sfrutta una fonte energetica gratuita, ampiamente disponibile e assolutamente rinnovabile.
Resta comunque la questione sul come trattenere efficacemente l'energia assorbibile dalla radiazione solare (NIR e UV) immagazzinandola nel terreno, in modo da mantenere un gradiente termico costante, riducendo la perdita del calore sia per convezione che per irraggiamento.
A questo scopo Eiffel già da diversi anni ha realizzato e sviluppato un film plastico specifico, Multisun, un telo sottile ad alta resa e resistenza, caratterizzato da un'altissima trasparenza alla radiazione riscaldante e contemporaneamente, grazie alla speciale formulazione ricca di polimeri termicamente attivi e additivi specifici che abbinati in estrusione a 5 e 7 strati, è in grado di rallentare efficacemente la perdita del calore durante le ore notturne, frenando la riemissione in atmosfera della radiazione (infrarosso lungo) assorbita dal sistema, ciò che comunemente si chiama "effetto serra".
Sono appunto queste le caratteristiche richieste al film plastico per il buon esito della pratica, infatti i diversi test e la lunga pratica in campo, indicano come parametri ottimali, temperature comprese fra i 42° e i 50°, per periodi variabili fra le 4 e le 8 settimane a seconda della latitudine e dell'andamento stagionale.
Qualsiasi sia infatti il microorganismo o il vegetale da contenere, l'aumento di temperatura riduce i tempi necessari alla sua distruzione. La resistenza al calore, nel caso dei microorganismi è infatti una proprietà specifica del ceppo, ma è anche funzione del tipo e delle condizioni del substrato in cui essi si trovano. Sono fondamentali i livelli di pH e umidità, infatti in condizione di quasi neutralità, fra pH 6 e 8, si rileva la massima resistenza, mentre più si abbassa il pH, più la stessa diminuisce; mentre più asciutto sarà il terreno, maggiore sarà la resistenza dei microorganismi al trattamento termico. A titolo d'esempio basta ricordare che le spore di Botulino vengono distrutte a 120° in 4/10 minuti in ambiente umido, mentre ne occorrono ben 120 minuti con calore secco.
Per ottenere l'effetto desiderato, la preparazione del terreno da solarizzare, deve essere accurata, si parte sempre rimuovendo i residui della coltivazione precedente, senza interrarli e solo successivamente si freserà il substrato lavorandolo finemente per almeno 30 centimetri di profondità. Per quanto riguarda il mantenimento del giusto livello di umettamento del terreno da solarizzare è consigliabile, soprattutto se si opera su terreni sabbiosi, stendere le manichette sotto al Multisun, in modo da poter intervenire facilmente quando e se necessario.
Concludendo, è fondamentale e commercialmente corretto ricordare che la solarizzazione, considerando anche l'ambiente dove viene condotta, non va intesa come una vera pastorizzazione, tanto meno come una sterilizzazione, ma se la pratica è ben gestita si otterranno sempre e comunque un'importante riduzione dei microrganismi termosensibili e delle erbe infestanti, con poca spesa e nel rispetto dell'ambiente.
Multisun è disponibile nelle versioni:
Multisun N – Multisun T – Multisun VIF – Multisun Blaock
negli spessori di 25 – 30 µm - in bobine e bobinoni con larghezze variabili fra 2 e 16 m con o senza additivazione AD.
Contatti:
Eiffel S.p.A. - Industria Materie Plastiche
Via Provinciale 35/A
Località Ghiara Sabbioni
43012 - Fontanellato (PR)
Tel.: (+39) 0521 829711
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