Nelle recenti riunioni della Borsa Patate di Bologna, operatori e produttori hanno fatto il punto della situazione produttiva e commerciale in vista delle ormai imminenti, meteo permettendo, semine.
Dall'analisi delle quantità immesse sul mercato nel mese di febbraio 2019 è emerso un dato molto interessante: tali quantitativi hanno rappresentato il 13,5% dell'intero quantitativo stoccato dai sottoscrittori del Contratto Quadro in Emilia‐Romagna.
Un volume di vendite importante: il secondo per dimensione dal 2010, di meglio si fece solo nell'annata 2012/13, ma di tutt'altro valore commerciale.
Questa premessa consente di guardare al futuro commerciale dei prossimi mesi con una certa dose di prudente ottimismo.
Ci sono poi le buone caratteristiche qualitative che il prodotto ancora in giacenza sta mantenendo, consentendo di poter arrivare al periodo delle festività di Pasqua in cui, esaurite le scorte, comincerà la commercializzazione delle patate novelle provenienti dal Sud Italia.
In particolare, i primi arrivi sono previsti dalla Sicilia, dove in questo momento si osserva un andamento climatico molto variabile, che non consentirà di immettere grandi quantità sin da subito; ciò potrà quindi permettere un inserimento graduale sul mercato del prodotto novello, in sostituzione dei tuberi dell'Emilia-Romagna, riducendo di molto i rischi di sgradite sovrapposizioni.
Attualmente, il mercato si trova di fronte ad alcune problematiche: una scarsa disponibilità di patate presenti sul mercato europeo, con prezzi in costante aumento soprattutto per le francesi, ancora disponibili in quantità e qualità adeguate per essere esportate nei mercati europei, e in Germania, dove le produzioni di qualità scarseggiano ma i prezzi restano in aumento grazie all'elevata domanda di prodotto.
In questo contesto si registrano, già adesso, cessioni di patate in esportazione anche dall'Italia. Stiamo quindi assistendo a un fine campagna interessante, che potenzialmente potrebbe porre buone premesse per le nuove produzioni, che pure stanno facendo i conti con una limitata disponibilità di seme, tale da obbligare alcuni produttori a rivedere i propri piani di investimenti, non solo per la mancanza di alcune varietà, ma anche a causa degli elevati prezzi delle patate da seme.