L'importazione in Unione Europea di prodotti ortofrutticoli provenienti da paesi terzi è aumentata del 3 per cento nel primo semestre del 2018. Lo rivela Fepex, la Federazione degli esportatori spagnoli di ortofrutta, che ha elaborato dati di Eurostat. A crescere sono state in particolare le importazioni di frutta (+6,5 per cento), mentre sono diminuite quelle di ortaggi (-9 per cento).
Complessivamente, le importazioni di ortofrutta nel primo semestre dello scorso anno sono state di valore pari a 9,3 miliardi di euro. Di questi, 7,7 miliardi hanno riguardato la frutta e 1,6 miliardi gli ortaggi. Ai primi posti fra i paesi fornitori dell'Unione europea ci sono quelli africani. Il Sudafrica è il principale paese extracomunitario a fornire frutta, mentre il Marocco è il principale per gli ortaggi.
Fepex nota che l'import di frutta da Paesi terzi è aumentato del 6,5 per cento nei primi sei mesi dell'anno scorso. Al primo posto c'è il Sudafrica con 920 milioni di euro di valore esportato, seguito dalla Costa Rica con 816 milioni di euro, dal Cile con 739 milioni di euro e dal Marocco con 619 milioni. In calo del 9 per cento, invece, le importazioni di ortaggi. Il Marocco si conferma il principale fornitore di questi prodotti, per un totale di 619 milioni di euro, seguito dalla Turchia con 158 milioni e dall'Egitto con 144 milioni.
Andando più nel dettaglio, Fepex nota che il frutto maggiormente importato è la banana, per un valore di 2,10 miliardi di euro, seguito dall'ananas con 1,45 miliardi di euro e dall'uva con 1,28 miliardi. Fra gli ortaggi, i pomodori sono quelli più importati da paesi terzi, per un valore di 402 milioni di euro.
L'importanza dell'Africa nella produzione di prodotti deperibili è in crescita e, secondo "The Loadstar", sta attirando l'attenzione anche dei grandi spedizionieri come Panalpina e Kuehne+Nagel. A essere dinamici non sono soltanto i paesi dell'Africa settentrionale, più vicini all'Europa, ma anche il Sudafrica. Nel 2019, la produzione del continente, secondo Quint Wilken di Panalpina, aumenterà del 10 per cento, trainata dalla crescita di paesi come lo Zimbabwe e l'Uganda.
Fonte: The MediTelegraph