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Prospettive concrete per l'export di agrumi in Cina, ora tocca alle imprese

"Il nostro ruolo è quello di promuovere opportunità per valorizzare i nostri agrumi, agendo sempre in un'ottica di sistema. Abbiamo messo in contatto le nostre aziende con un colosso come Alibaba. Adesso, la parola passa all'imprenditoria". E' la sintesi dell'intervista rilasciata a FreshPlaza da Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, a Berlino, durante la fiera dell'ortofrutta.

"Abbiamo promosso un incontro tra le aziende associate che avevano già dato disponibilità a esportare verso la Cina - continua Argentati - e il rappresentante del gigante del commercio Alibaba Group, (Manfredi Minutelli - ndr), con il quale da circa un anno siamo in costante contatto. Una riunione tecnica che ha chiarito una serie di punti e che adesso attende le decisioni operative delle imprese per avviare l'export via aereo, come di recente reso possibile dall'integrazione al protocollo Italia Cina".

Bisognerà ora mettere a fuoco i costi, per posizionare il prodotto sul mercato orientale. Con la consapevolezza che un colosso come Alibaba spinge per portare le nostre arance in Cina. Evidentemente valutando l'esistenza di un segmento di mercato sempre più disposto ad acquistare il made in Italy e la qualità siciliana.

"Ci auguriamo - aggiunge la presidente - che dopo questo briefing il percorso possa celermente essere avviato".

Per Federica Argentati e il Distretto Agrumi di Sicilia, il bilancio della missione a Fruit Logistica è ottimo. Non da ultimo, per il riscontro avuto durante la presentazione dei risultati del progetto 'Social Farming 2.0. Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana', oltre che per l'attenzione verso l'intero comparto agrumicolo siciliano, suscitata nelle Istituzioni e persino nell'Ambasciatore italiano a Berlino, Luigi Mattiolo (nella foto sotto i piedi a dx.), "di origini siciliane e dichiaratamente fan degli agrumi isolani".

Berlino 2019 è stata anche l'occasione per fare rete e allargare la base distrettuale, con nuove proposte di ingresso nella società consortile venute da realtà di grande peso nella filiera; per consolidare contatti e relazioni anche con rappresentanti di associazioni di categoria nazionali e di altre regioni.

E, proprio alla logica del "fare sistema" nell'ottica dell'agricoltura sociale, dell'inclusione dei soggetti meno avvantaggiati sul mercato del lavoro, è improntato il progetto "Social Farming 2.0", realizzato in collaborazione con Alta Scuola Arces e con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation. Progetto che ha riscosso un successo di partecipazione oltre le aspettative: 1500 tra domande di partecipazione e iscrizioni, 99 gli allievi che hanno frequentato i corsi di formazione, oltre 350 i partecipanti ai seminari formativi, 18 application alla call for ideas di imprese innovative per la filiera agrumicola siciliana.