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Spagna: export frutticolo in pericolo con la Brexit

La situazione che il settore ortofrutticolo di Murcia, in Spagna, sta affrontando, specialmente nel segmento drupacee e per gli esportatori di uva da tavola  è abbastanza incerta a causa della Brexit, poiché ci sono molti dubbi riguardo agli scenari che andrebbero a profilarsi. Le esportazioni, nel peggiore dei casi, e cioè nel caso di un'uscita del Regno Unito dalla UE senza accordo (hard Brexit), l'export da Murcia verrebbe colpito in maniera importante,con flessioni attese, secondo le stime dell'unione piccoli produttori (UPA), tra il 10 e il 30%, a seconda del tipo di coltivazione.

Gli imprenditori confidano nel fatto che quest'anno il raccolto della frutta sarà buono, visto che gli alberi hanno goduto di sufficienti ore di freddo. Se le coltivazioni riusciranno a superare le ultime ondate di gelo di febbraio e inizio marzo, o altre avversità meteorologiche, con  una campagna normale nella regione di Murcia si possono raggiungere tra le 380/400mila ton di ortofrutta, di cui circa 240mila si raccolgono nella sola zona di Cieza. Anche se si raggiungesse tale volume, una hard Brexit sarebbe una doccia fredda per l'agricoltura della zona, con inevitabili ripercussioni sui raccolti.

Periodo transitorio
Il caso di un'uscita della Gran Bretagna dalla Ue senza accordo potrebbe aprire un periodo transitorio per l'interscambio commerciale, il che allenterebbe le conseguenze della rottura, favorendo la creazione di alleanze con il Regno Unito considerato come paese terzo, consentendo semplici protocolli di esportazione.

Tuttavia, in tale ipotesi, va detto che il Regno Unito diventerebbe immediatamente un paese terzo, per l'UE, e dunque sarebbe impossibile attuare accordi e protocolli doganali già per le prossime campagne di frutta estiva e uva da tavola della regione di Murcia. Ciò costituirebbe un duro colpo per l'economia del settore agrario.

Per Moreno, "Il blocco delle esportazioni verso il Regno Unito avrebbe due conseguenze immediate: la prima perdere un paese a cui sono destinate le nostre produzioni, a cui si vende più del 10% della nostra frutta e più del 30% dell'uva da tavola e quindi la necessità di trovare altre destinazioni in altri mercati europei. Questo porterebbe a una maggiore pressione sul fronte dell'offerta e, di conseguenza, un calo dei prezzi e una notevole perdita per i produttori di frutta estiva.

Indipendentemente dall'incertezza della Brexit,  quest'anno i produttori prevedono una campagna frutticola normale, con un buon raccolto. Bisognerà però tenere sotto controllo la situazione meteorologica nel mese di febbraio. D'altro canto, le previsioni di raccolto a livello europeo sono ancora ignote.

Fonte: laverdad.es 

Data di pubblicazione: