Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Controversia sulla seconda DOP del pistacchio in Sicilia

Tra i produttori siciliani di pistacchio è in corso una querelle che vede contrapposti da una parte i produttori di pistacchio di Bronte DOP e dall'altra i loro colleghi della provincia di Agrigento.

Enrico Cimbali

Tutto nasce qualche mese fa quando, in piena estate, il Consorzio del pistacchio di Raffadali, attraverso gli organi della Regione Siciliana, chiese il riconoscimento della denominazione di origine protetta per coltivazioni sparse in ben 31 Comuni della provincia di Agrigento.

Dell'avvio della pratica ci siamo occupati anche noi di FreshPlaza, con un apposito articolo pubblicato il 24 settembre del 2018 (vedi FreshPlaza), allorquando cioè si tenne una riunione di pubblico accertamento, tesa a permettere al Mipaaft di verificare la risonanza della disciplina, ai sensi del regolamento UE n.1151/2012. Il dossier venne successivamente inviato alla Commissione Europea per i successivi atti di competenza.

La notizia venne data in pompa magna in occasione del Fastuca Fest di Raffadali, tenutosi proprio in quei giorni. A distanza di qualche mese arrivano però, adesso, le osservazioni presentate dal Consorzio del pistacchio di Bronte DOP che, sebbene dica di non volersi contrapporre all'iniziativa del consorzio di Raffadali, chiede alcuni chiarimenti al Ministero.

Secondo Enrico Cimbali, presidente del Consorzio del pistacchio di Bronte DOP, i conti non tornerebbero per via delle aspettative avanzate dal consorzio di Raffadali che presume una resa di 2500 kg/Ha annui, con una minima di 4000 kg/Ha a biennio. Diversi i numeri di Bronte che produce 1700 kg per ettaro a biennio, ma con numero di piante che sarebbe di molto superiore.

"Non vogliamo innescare polemiche sterili - dice Cimbali - piuttosto vorremmo che si addivenisse tutti insieme alla costituzione di un marchio comune a tutti noi produttori isolani, con un Pistacchio IGP di Sicilia (DOP di Bronte escluso, perché ha peculiarità uniche). Questa sì che sarebbe una vera soluzione per l'intera categoria".

La parola ora passa al Ministero che si pronuncerà sulle incongruenze vere o presunte segnalate dal Consorzio del Pistacchio di Bronte.