Da un paio di giorni il Mipaaft ha ufficializzato la possibilità dell'aviotrasporto verso la Repubblica Popolare Cinese di arance siciliane (cfr. FreshPlaza del 24/10/2019). Ad anticipare la notizia era stata Federica Argentati che, in seno al Distretto Agrumi di Sicilia, è stata tra i principali promotori dell'iniziativa.
Ottimo il lavoro svolto dal Servizio Fitosanitario della Regione Sicilia che, grazie all'impegno profuso (tra gli altri) da Rosario D'Anna, ha incassato il risultato per l'agrumicoltura isolana.
Nei mesi scorsi era infatti giunta appositamente in Sicilia una commissione ispettiva cinese che, accompagnata da quattro ispettori siciliani presso le aziende di commercializzazione e produzione degli agrumi, aveva potuto constatare la bontà delle tecniche di trattamento a freddo e la qualità fitosanitaria degli agrumi. Condizioni senza le quali oggi non sarebbe stato possibile sottoscrivere questo protocollo per esportare le produzioni verso nazioni non appartenenti alla Comunità Europea.
La validazione di questo protocollo tecnico scientifico tra gli ispettori italiani e quelli cinesi ha rappresentato un passaggio nodale per l'apertura di potenziali esportazioni verso un mercato che oggi conta un miliardo e 290 milioni di potenziali consumatori e che potrebbe rappresentare un incredibile volano di crescita per le aziende italiane.
Al momento si partirà con l'arancia rossa (varietà Moro) particolarmente pigmentata e delicata sotto il profilo del trasporto, ma l'obiettivo è quello di estendere un simile protocollo a tutti gli altri prodotti della filiera agroalimentare siciliana, anche verso altri Continenti.
In questi giorni gli ispettori della Regione si stanno recando nelle aziende che cureranno la commercializzazione per andare verificare che vengano rispettati, durante la fase del cold treatment, tutti i parametri previsti dalla convenzione. Tra il 27 e 28 gennaio partiranno i primi due container.
Fondamentale il lavoro svolto dall'Assessorato per l'Agricoltura della Regione che, al momento rappresentato da Edy Bandiera, ha dato un grande supporto al comparto.
Adesso sta alla filiera agrumicola utilizzare appieno questa occasione. Il comparto ha adesso in mano uno strumento prezioso, ma è anche vero che i costi non sono esattamente trascurabili. Dopo il trasporto navale (molto lungo) e il cargo aereo (molto costoso), rimane la spedizione su rotaia che, con i suoi 20 giorni di tragitto, potrebbe porsi come valida alterativa.