Nel 2016, in un'azienda sita in San Leonardello di Giarre (CT), si sono riscontrate diffuse macchie necrotiche sulle foglie di piante di avocado Hass. L'azienda aderisce da qualche anno al metodo dell'agricoltura biologica. Estesa circa cinque ettari, a prevalente indirizzo limonicolo, ha iniziato una graduale riconversione nel 2000 con estirpazione delle piante di limone e successiva messa a dimora di piante di avocado varietà Hass (95%) e Bacon (5%) su portainnesto adatto ai terreni vulcanici, secondo le linee progettuali e con l'assistenza della Avoconsult Associated Study.
La tipicità delle macchie necrotiche circolari sulla pagina superiore delle foglie e successivo esame al microscopio dei "nidi" lungo le venature della pagina inferiore, confermano trattarsi dell'acaro Oligonychus perseae, Persea Mite o Acaro dell'Aguacate. In altre due aziende ad avocado, distanti pochi chilometri dalla prima, si segnala una presenza in fase iniziale ancora poco diffusa. (Foto a lato: Mark Hoddle, Biological Control Research, UCR)
Negli impianti ad avocado in Sicilia e Calabria non si riscontravano in passato attacchi parassitari o patologie di rilievo. Casi isolati, già segnalati nel 2001, di verticillium dahlie e armillaria mellea, si possono considerare di irrilevante incidenza sulla produttività di un impianto e, peraltro, è possibile prevenirli e contenerli con interventi mirati ammessi in agricoltura biologica. La causa probabile dell'introduzione e diffusione dell'acaro Oligonychus perseae può farsi risalire alla movimentazione di piante e materiale vegetale proveniente dall'estero senza i dovuti controlli.
L'acaro Oligonychus perseae è originario del Messico da dove si è diffuso in diversi paesi di Centro America, Europa, Israele, Canarie, Spagna. Gli adulti di questa specie sono di colore giallo chiaro, le uova appaiono come piccole sfere di colore biancastro a volte ben visibili a gruppi insieme agli adulti. Il tempo che intercorre per il passaggio da uovo ad adulto è determinato dalla temperatura; si calcola che a 25 °C sia di circa 21 giorni.
Macchie necrotiche sulla pagina superiore della foglia, varietà Hass (Foto: Carlo Nicotra).
Lungo le nervature della pagina inferiore delle foglie, gli acari si nutrono formando delle piccole colonie protette da una sottile ragnatela bianca, alle quali corrispondono le tipiche zone necrotiche nella parte superiore. Quando la presenza di colonie per foglia è particolarmente alta e diffusa sulla pianta, provoca una caduta parziale delle foglie esponendo i frutti al classico colpo di sole, rendendoli quindi non commerciabili. La varietà maggiormente attaccata e che ne subisce i maggiori danni rispetto alle altre è la Hass, varietà prevalente in tutti gli impianti. L'acaro dell'avocado attacca anche altre piante da frutto e alcune ornamentali senza però procurare danni di rilievo.
Controllo biologico
In natura esistono diversi nemici naturali dell'acaro (in alcuni sopralluoghi in campo in altre aziende, si è riscontrata la presenza di Iphiseius degenerans) che però, come segnalato in altri paesi produttori di avocado, non riescono a contenere in modo significativo la sua diffusione e il danno. Peraltro, ci sono dati contrastanti sull'efficacia dei lanci e, a quanto pare, in alcuni paesi, le immissioni di fitoseidi antagonisti (Neoseiulus californicus e altri), non hanno ottenuto risultati sensibili nel ridurre il danno e la perdita di produzione. In prove sperimentali (Eduardo Torres, Istituto Canario de Investigaciones Agraria) con lanci di 2.000 individui per pianta, si è avuta una riduzione della popolazione dell'acaro ma non una riduzione del danno fogliare.
Notare le macchie necrotiche sulla pagina inferiore. Piante trattate con un mix a basso impatto ammesso in agricoltura biologica, efficacia rilevata oltre il 90%. (Foto: Carlo Nicotra)
Interventi alternativi
Premesso che non ci risultano fitofarmaci registrati utilizzabili sull'avocado tra i prodotti ammessi in agricoltura biologica con proprietà acaricida si segnalano: Azadiractina (olio di neem), Zolfo bagnabile (può procurare bruciature sulle foglie), Olio estivo, Sapone potassico. Tutti però colpiscono contemporaneamente gli antagonisti dell'acaro riducendone pesantemente, anche se in diversa misura, le popolazioni.
L'Avoconsult Associated Study, in alternativa, sta testando un mix di prodotti ammessi in agricoltura biologica e a basso impatto sugli insetti utili; si consiglia comunque di lasciare delle piccole oasi non trattate per mantenere la presenza degli antagonisti. Considerato che i trattamenti, autunnali e/o primaverili, vanno ripetuti dopo 15-20 giorni e che cadono in periodo di frutto pendente pronto per il mercato, avremo circa un mese o più nel quale si dovrà sospendere la raccolta nel rispetto comunque del tempo di carenza relativo al prodotto utilizzato. L'uso ripetuto di acaricidi specifici utilizzabili nell'agricoltura convenzionale, va ponderato attentamente ad evitare il formarsi di ceppi resistenti.
Per un efficace abbattimento della popolazione dell'acaro con valori intorno al 90%, assume particolare importanza, oltre al monitoraggio delle presenze e alla scelta dei materiali da impiegare, stabilire con precisione tempi e modalità di esecuzione degli interventi.
Contatti:
Carlo Nicotra
Avoconsult Associated Study
Catania
Email: avoconsult@aguacate-vivai.it
Web1: www.aguacate-vivai.it/Home1/
Web2: www.aguacate-vivai.it/Avocado/Avocado.htm

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Segnalazione di Oligonychus perseae su avocado in Sicilia a cura di Carlo Nicotra (Avoconsult Associated Study)
Arriva in Italia un acaro che attacca l'avocado
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