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Kiwi. La produzione mondiale e' tornata a crescere: siamo nell'era post-batteriosi

Sarebbe prematuro affermare che la batteriosi del kiwi è un capitolo del passato, perché sul territorio c'è ancora, però si può affermare che dopo gli anni in cui la malattia è stata un autentico flagello, la kiwicoltura mondiale sia entrata in una nuova fase storica. Lo suggeriscono i dati del CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli recentemente presentati a Bussolengo (VR), nel corso di un convegno appunto dedicato al mercato internazionale del kiwi.

Le cifre rivelano come negli ultimi due anni ci sia stata nel mondo una forte ripresa negli investimenti nel settore (leggasi piantumazioni, ndr), grazie ai risultati della ricerca e a nuove tecniche colturali per contrastare il batterio PSA, questo soprattutto in Nuova Zelanda.

Il risultato più evidente è un aumento della produzione mondiale, che nel triennio 2013-2016 è arrivata a sfiorare i 4 milioni di ton annui (a destra una tabella sulla media di produzione nel periodo 2016/2016. Elaborazione CSO su dati Belrose. Clicca qui per consultarla a dimensioni maggiori).

Nel triennio 2003-2006 lo stesso dato era di appena 2 milioni di ton. A spingere questa crescita è stata soprattutto la Cina: che sia il maggiore produttore mondiale di kiwi è fuor di dubbio; sul quanto però le voci sono contrastanti perché mancano dati certi e univoci. I dati ufficiali cinesi parlano di 1,4/1,5 milioni di ton prodotte, altre fonti parlano di 2,4 milioni e passa di ton prodotte nel periodo 2013-2016.

Al netto dei dati, la Cina resta il maggiore produttore mondiale, seguita da Italia (cfr. FreshPlaza del 13/10/2016), Nuova Zelanda e Cile. In quest'ordine. Interessante la quinta posizione nella classifica dei maggiori produttori mondiali di kiwi, dove la Francia è stata soppiantata dalla Grecia, segno di come questo sia un competitor da tenere sott'occhio, specie per l'Italia. Da notare come i 5 principali produttori mondiali siano responsabili della produzione del 93% dei kiwi commercializzati sulla Terra, un dato anche superiore a quello di una decade fa. Escludendo la Cina gli altri 4 paesi della top five producono l'80% del kiwi mondiale. Ma vediamo un po' più nel dettaglio cosa sta accadendo al di fuori dell'Italia.

Nuova Zelanda
Nella patria del kiwi, è noto come le superfici coltivate a kiwi stiano tornando a crescere (cfr. FreshPlaza del 14/10/2016), specialmente grazie ai nuovi impianti di G3, varietà di kiwi a polpa gialla commercialmente nota come SunGold. Nei prossimi anni queste nuove piantumazioni significheranno un importante aumento di produzione del kiwi a polpa gialla. Questo è un trend rilevabile peraltro anche in Italia, dove tra G3/SunGold, Jin Tao, Soreli, Dorì in testa si contano nel 2016 già 1.200 ettari già a dimora, per quanto non ancora tutti in piena produzione.


L'andamento della produzione di kiwi negli anni in Italia, Nuova Zelanda, Cile e Grecia. Clicca qui per consultare il grafico a dimensioni maggiori. (Fonte grafico: CSO su dati IKO)


Anche per ragioni geografiche, il kiwi della Nuova Zelanda va forte in Estremo Oriente, dov'è spedito quasi un kiwi neozelandese su due. Nel 2015 l'export verso quest'area è salito a 450mila ton e si stima che anche per il 2016 il dato finale sarà molto ingente. Crescono le spedizioni verso Giappone e Cina, che nel 2015 insieme hanno assorbito 140mila ton. Rilevanti anche le esportazioni verso gli altri paesi asiatici, come Taiwan e Corea, mentre come mercati di destinazione del kiwi della Nuova Zelanda crescono Malesia e India. Sebbene non con trend da strapparsi le vesti cresce anche l'export verso il Medio Oriente.

Tutto questo, ovviamente, senza tralasciare quell'importante mercato di che è l'Europa, con spedizioni soprattutto in Spagna, Germania, Francia, Italia e Olanda. Proprio questo influisce sulla commercializzazione del kiwi europeo: quando le offerte dell'emisfero Sud e di quello Nord si incontrano (leggasi si accavallano), finire della campagna di uno e l'inizio di quella dell'altro, si registrano criticità sul fronte della commercializzazione.

Cile
Dopo anni di espansione ora c'è una contrazione della produzione: i produttori stanno investendo di meno sul kiwi perché attratti da altre colture che lì si stanno rilevando maggiormente redditizie, come ciliegie e mirtilli. Commercialmente il kiwi cileno è un prodotto controstagionale, destinato prevalentemente verso l'Unione Europea. Ma i volumi spediti alla volta del Vecchio Continente sono in calo, mentre viceversa stanno aumentando quelli verso i paesi più vicini: Brasile, Argentina, Messico e Stati Uniti. Stazionari i volumi spediti dal Cile alla Russia, mentre stanno aumentando quelli per l'Oriente, Cina su tutti e a seguire la Corea del Sud, mentre in Giappone il kiwi cileno non sembra trovare terreno fertile.


Kiwi. (Foto d'archivio)

Grecia
A differenza di paesi produttori come l'Italia e la Nuova Zelanda, in Grecia la batteriosi l'hanno vista solo di sfuggita. Di conseguenza, nel paese ellenico la produzione di kiwi è aumentata progressivamente negli anni, tanto da soppiantare la Francia al quinto posto tra i maggiori produttori mondiali. Oggi in Grecia si coltiva kiwi su circa 8mila ettari, con una produzione che arriva alle 160mila ton; dato questo destinato ad aumentare, visto e considerato che gli actinidieti greci non sono ancora giunti al loro massimo potenziale. Infatti la passione dei produttori greci per il kiwi è abbastanza recente, con molti che stanno passando a questa coltura perché ha bassi costi colturali e minori costi di gestione rispetto ai competitors europei, soprattutto dal punto di vista della manodopera; leggasi maggiori profitti e maggiori chances commerciali. Per i nuovi impianti la maggior parte dei produttori greci sta riconvertendo le proprie superfici coltivate ad agrumi e pesche, dove viceversa sentono la pressione commerciale soprattutto da parte della Spagna.

Insieme alla produzione sono aumentati anche i volumi di kiwi che la Grecia destina all'export, complice il fatto che la domanda nazionale è abbastanza limitata. Ora il dato dell'export ellenico è grosso modo in linea a quello italiano. Nella passata campagna la Grecia ha esportato 120mila ton di kiwi, il 70% dei quali verso i paesi dell'Europa a 28, soprattutto in Germania e Spagna. Appena una decina di anni fa la gran massa del kiwi greco era spedito soprattutto verso la Russia e i paesi dell'Est.